Sanità, medici sempre più in fuga: gli ultimi dati emanati sono a dir poco allarmanti
Se non è un campanello d’allarme allora poco ci manca, ma quel che è certo è che la sanità non sta vivendo affatto un buon momento. Soprattutto a livello di personale. Il servizio sanitario, infatti, ha in atto una emergenza da codice rosso visto che non ha a disposizione molti medici, posti letto e soprattutto ospedali. Questo è quello che ha fatto sapere (ed allo stesso tempo denunciato) il Forum delle 75 Società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani.
Lo stesso che chiede una riforma strutturale e quanto più urgente possibile. Non è affatto un mistero che, da anni, negli ospedali italiani manca un qualcosa come 100mila posti letto di degenza ordinaria. Basti pensare che in soli due anni, dal 2020 (in pieno periodo da pandemia Covid) fino ad arrivare nel 2022 ne sono stati tagliati più di 30mila (per la precisione 32.500). Mancano addirittura 12mila letti per quanto riguarda la terapia intensiva.
Dati che fanno precipitare, sempre più giù, il nostro Paese nella classifica europea. I dati parlano chiaro: l’Italia si trova al 22mo posto in classifica per quanto riguarda il numero dei posti letto. Basti pensare che la media italiana è di 314 posti letto di degenza ordinaria per 100mila abitanti. La media europea è di 550 e di 8-10 letti di terapia intensiva.
E’ tutta una conseguenza: i posti letti non possono essere attivati se, di conseguenza, mancano i medici. Basti pensare che nel giro di 3 anni (dal 2019 al 2022) il servizio sanitario nazionale ha subito una vera e propria fuga di medici: oltre 11mila sono coloro che hanno deciso di lasciare le strutture pubbliche. Un dato preoccupante se si pensa anche in ottica futura. Proprio come ha rivelato il coordinatore Fossc, Francesco Cognetti.
Nel 2025 andranno in pensione 29mila medici e 21mila infermieri. Bisogna fare presto nell’inserire dei nuovi professionisti. La maggior parte dei giovani, formati a spese dello Stato per circa 150mila euro ognuno, preferiscono optare per l’estero dove ricevono stipendi tre volti superiori a quelli che ci sono in Italia.
Come annunciato in precedenza non si tratta di un impoverimento dal punto di vista dei professionisti, ma anche per le strutture. Negli ultimi 10 anni sono stati chiusi ben 95 ospedali (9%). Le risorse, con il passare del tempo, diminuiscono sempre di più. Anche perché quest’anno il finanziamento del Fondo sanitario è aumentato in termini assoluti rispetto al 2021. E’ diminuito rispetto al Pil ed è eroso dall’inflazione.
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