L’intera comunità è rimasta completamente scioccata quando ha scoperto degli abusi sessuali avvenuti all’interno dell’asilo nido
L’ennesimo caso di pedofilia ha sconvolto, ancora una volta, la comunità locale. Uno scandalo quello scoppiato tra le mura di un asilo nido e che avrebbe origine lo scorso anno, nel 2024, ma che solo oggi ha portato alla luce i due responsabili degli abusi avvenuti tra il 2020 e il 2024.
La Procura ha aperto un’inchiesta giudiziaria. L’informazione è giunta alle istituzioni attraverso alcuni messaggi condivisi tramite un social network, che denunciavano alcuni atti sessuali che sarebbero avvenuti in un asilo nido. Nel corso di pochi mesi sono stati individuati luogo e sospettati. Il fascicolo è stato poi trasmesso al giudice istruttore, che ha disposto perquisizioni domiciliari e un mandato d’arresto.
Stando a quanto riportano i media locali, la Procura avrebbe fatto sapere che la struttura incriminata è quella dell’Università di Bruxelles dove una ragazza di 24 anni lavorava come assistente all’infanzia. In quel periodo, all’interno dell’asilo si introduceva spesso anche il suo fidanzato.
I due, stando a quanto risulta, avrebbero ‘toccato’ almeno 5 bambini di età compresa tra 18 e 36 mesi. Per il momento l’ULB preferisce non fornire informazioni, essendo l’indagine ancora in corso d’opera. Questi stanno però collaborando con le istituzioni fornendo tutti i materiali necessari e ponendosi in qualità di parte lesa.
Le ultime informazioni arrivate da parte dell’ULB sono quelle riportante nella conferenza stampa che si è tenuta nel pomeriggio di mercoledì. Ahmed Medoune, direttore delle struttura, ci ha tenuto a sottolineare la sua delusione e il suo stupore per quanto avvenuto, scusandosi ovviamente con tutte le famiglie delle vittime e non solo:
“Sono scioccati dal fatto che uno dei loro ex colleghi sia stato capace di simili abusi. Eppure erano tutti presenti oggi, per solidarietà con i bambini e i loro genitori”. Medoune ha voluto poi evidenziare la necessità di essere onesti davanti a questa dolorosa e tragica vicenda:
“I genitori interessati hanno il diritto di sapere che il loro bambino è stato in contatto con la persona in questione negli ultimi due anni”. In tal senso, infatti, i genitori dei cinque minori coinvolti sono stati ricevuti alla presenza del Servizio di sostegno alle vittime della Casa di Giustizia di Bruxelles, per informarli dell’esistenza del fascicolo.
La conferenza stampa si è conclusa con l’annuncio di un servizio messo a disposizione dall’Università di Bruxelles a disposizione di famiglie e bambini esperti in traumi per fornire consulenza agli altri operatori dell’assistenza all’infanzia e ai genitori qualora ne dovessero sentire il bisogno.
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