Dietro ai selfie dei giovani non ci sono le tendenze narcisistiche che tutti pensano, ma solo voglia di condividere qualcosa con gli altri
I giovani non sfoggiano più i loro visi sui social. Uno studio ‘SatisFace‘ condotto da UniSR, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha dimostrato che la tendenza esibizionista dei giovani, la quale ha caratterizzato l’avvento di alcuni social media, sta sparendo pian piano. Un’analisi, basata su una moltitudine di dati raccolti, che ha ribaltato completamente la visione che tutti hanno di quelle che vengono comunemente chiamate ‘Generazione Z’ e ‘Generazione Alpha’. I giovani non si isolano, ma anzi usano le nuove tecnologie per creare community e avvicinarsi ad altre persone. Cambiano i mezzi, cambiano i modi, ma non il risultati.
Anche i ragazzi di oggi fanno della socialità il tema centrale della loro vita. In particolar modo, gli adolescenti e preadolescenti utilizzano i social prettamente a scopo comunicativo. WhatsApp è l’app di messagistica preferita, come riporta ilgiornale.it, seguono poi TikTok, YouTube, Instagram e BeReal utilizzati soprattutto dai ragazzi tra gli 11 e i 13 anni. Salendo di età prende quota l’uso di Instagram, con Facebook che si aggiunge nella fascia d’età compresa tra 18 e i 30 anni, ma quasi assente nei più giovani. Il sito blu, infatti, viene considerato più – oramai – un social obsoleto, nonostante i tentativi, per ora vani, di avvicinarsi ai vari TikTok e Instagram.
Le foto che questi ragazzi si scattano sono la conferma di come ormai la ricerca della socialità sia l’obiettivo centrale dell’uso dei social media. La maggior parte degli scatti ritraggono questi giovani in gruppo con gli amici in occasioni di feste ed eventi, oppure mentre sono intenti a fare un qualcosa che vogliono condividere con altri. Insomma, per i giovani scattarsi un selfie è un nuovo modo di comunicare, per raccontare cosa stanno facendo, con chi e come. Una condivisione totale della propria vita e che ha un ‘follower’ come destinatario e che, talvolta, si allarga anche all’espressione di pensieri.
Si usano i social in funzione di condividere. Si può rimproverare il fatto di rivolgersi apparentemente a persone non fisiche, al fatto che tutto diventa più facile quando non si ha una persona davanti e che quindi anche questa comunicazione non sia meccanica, ma in realtà quel che conta è lo scopo. Il volersi rivolgere agli altri è un motivo nobile per usare i social media, sicuramente più del narcisistico pensiero di doversi mostrare, di dover apparire, di dover trovare appagamento nel pubblicare una propria foto e vivere di like e reazioni.
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