Il figlio quindicenne commise una strage: per la prima volta il padre e la madre potrebbero essere perseguiti: e rischiano una super condanna
Una sentenza che, ancor prima di essere emessa, è destinata ad entrare nella storia. Per la prima volta una corte sta pensando seriamente di incriminare i genitori di un ragazzo che si è macchiato di una strage. Pur non essendo materialmente responsabili, il papà e la mamma di un quindicenne, saranno (con ogni probabilità) costretti a fare i conti con la giustizia. Una vicenda che ha creato enormi divisioni e che porterà (per forza di cose) alla creazione di un precedente.
Ieri, giovedì 7 marzo, i pubblici ministeri hanno ascoltato l’accorata difesa di James Crumbley, papà di Ethan, un quindicenne che ha commesso una delle tante stragi in una scuola statunitense. Il 30 novembre del 2021, Ethan aveva quindici anni e si è presentato nella sua scuola con un’arma: ha aperto il fuoco contro i suoi coetanei della Oxford High School a Detroit, uccidendo quattro studenti e ferendo altre sette persone. I due genitori sono stati accusati di negligenza e di non essersi presentati a scuola, quando (poche ore prima della tragedia) erano stati convocati dai genitori, allarmati da un disegno piuttosto esplicito trovato nello zaino del figlio.
Quattro giorni prima della tragedia, Jason comprò una pistola Sig Sauer 9 mm, accompagnato dal figlio. Nella sua testa c’era l’idea di andare al poligono nel fine settimana successivo. La mattina della strage Ethan si presentò a scuola e i professori si accorsero di un disegno inquietante nel suo zaino: la riproduzione della pistola acquistata dal padre, gocce di sangue, una serie di proiettili e le frasi: “I pensieri non si fermano. Aiutatemi”. La scuola chiamò la madre di Ethan e la convocò con il padre, per discutere del disegno, preoccupati dalle intenzioni del giovane. La madre, Jennifer Crumbley, mandò un messaggio al marito con una sola parola: “Emergenza”. Poi, attraverso un vocale, spiegò all’uomo la situazione. “Mio Dio”, rispose Jason. Ma i Crumbley non si presentarono a scuola e non andarono a prendere Ethan (che nel frattempo si trovava in presidenza). A distanza di poche ore si materializzò la tragedia.
Il piccolo Ethan tornò in classe, estrasse dallo zaino (che non era stato controllato) la pistola e iniziò a fare fuoco contro alcuni suoi compagni di classe, uccidendone quattro. Il papà nel frattempo tornò a casa (dopo il messaggio della moglie) e (secondo il suo racconto) si accorse dell’assenza della pistola.In quel momento capì tutto. Chiamò il numero di sicurezza 911, allarmando la Polizia e dicendo che il figlio poteva trovarsi in una situazione di potenziale pericolo: per lui e per le altre persone. La telefonata è stata ascoltata durante l’udienza di ieri. “A casa mia è sparita una pistola. … Sono corso a casa solo per scoprirlo e credo che mio figlio abbia preso la pistola”, ha detto freneticamente James Crumbley, subito dopo un’infruttuosa ricerca della pistola e delle munizioni in casa. “Non so se è stato lui. Non so cosa stia succedendo. Sto davvero impazzendo. Mio figlio si chiama Ethan Crumbley“, si sente nella telefonata del padre.
L’uomo è sotto processo, insieme al figlio e alla moglie. Non poteva sapere che il quindicenne Ethan avesse intenzione di sparare alla Oxford High School, ma l’accusa sostiene che la sua grave negligenza sia stata una causa della tragedia. Quattro studenti sono stati uccisi e sette persone sono state ferite il 30 novembre 2021. La madre Jennifer Crumbley, è stata giudicata colpevole delle stesse accuse. I Crumbley sono i primi genitori statunitensi a essere accusati di responsabilità penale per una sparatoria di massa in una scuola commessa da un bambino. “Questo caso non riguarda i cattivi genitori – non è illegale essere un cattivo genitore. Non si tratta di bambini che fanno cose da bambini”, ha detto ai giurati l’assistente procuratore Marc Keast. “Stiamo parlando di un omicidio di massa evitabile”. Keast ha sottolineato una serie di punti chiave durante la sua dichiarazione di apertura. Il padre e la madre del giovane rischiano fino a dieci anni di carcere.
Le autorità stanno controllando con grande attenzione il comportamento di James e Jennifer Crumbley. Rispetto al racconto dell’uomo (che ha testimoniato di essere subito tornato a casa, e una volta scoperta la mancanza della pistola ha chiamato subito le forze dell’ordine) emergono infatti delle incongruenze. Dalle prove raccolte dal suo telefono cellulare, l’uomo non sarebbe tornato subito a casa, ma avrebbe continuato il suo lavoro normalmente: avrebbe consegnato dei pacchi in alcune abitazioni e solo dopo aver saputo della strage, si sarebbe affrettato a tornare a casa e ad inscenare la telefonata alle forze dell’ordine. Secondo l’accusa, quel giorno James Crumbley ha perso una “incredibile opportunità” di salvare delle vite. Ha mostrato alla giuria la foto di un lucchetto per armi, ancora in una confezione. “Non è mai stato usato”, ha detto il procuratore. “Questo incubo, questi omicidi, erano evitabili”, ha detto Keast. Ma l’avvocato difensore Mariell Lehman ha detto che James Crumbley è stato dipinto nel modo sbagliato. “James Crumbley non era a conoscenza del fatto che suo figlio avesse accesso a quell’arma da fuoco”, ha detto ai giurati. “Dalla sua testimonianza si capisce che James Crumbley non sospettasse minimamente che suo figlio fosse un pericolo”.
L’accusa sostiene anche che i Crumbley hanno ignorato le richieste di aiuto che il figlio stava provando a lanciare. Ethan soffriva di crisi depressive e aveva provato a parlarne con il padre. “Figliuolo devi resistere, manda giù il rospoo”, la risposta che (secondo la testimonianza di un amico del ragazzo) Ethan si sarebbe sentito dire dal padre. “Sto morendo mentalmente e fisicamente”, ha detto Ethan all’amico nell’aprile 2021. Prima dell’inizio della giornata, il giudice Cheryl Matthews ha emesso delle sentenze che potrebbero favorire James Crumbley. Ha detto che i pubblici ministeri non possono usare i messaggi di testo tra il figlio e la madre che suggerivano che il figlio avesse allucinazioni sui demoni mesi prima della sparatoria. I messaggi sono stati usati come prova al processo di Jennifer Crumbley. Il primo testimone al processo di James Crumbley, giovedì è stato Molly Darnell, un membro della facoltà che è stato colpito da un proiettile che ha perforato la porta del suo ufficio. Darnell, una delle sette persone ferite quel giorno, si è alzata in piedi, si è tolta la giacca e ha mostrato ai giurati la macchia sul braccio sinistro superiore. La Darnell ha detto che, mentre si nascondeva dietro un mobile, ha mandato un messaggio al marito senza dirgli che le avevano sparato. “Ti amo”, ha scritto.
Ethan, ora 17enne, sta scontando una condanna all’ergastolo per omicidio e terrorismo. Jennifer Crumbley, 45 anni, dovrà tornare in tribunale per la sentenza il 9 aprile. La sua pena detentiva minima potrebbe arrivare a 10 anni. Stessa pena che potrebbe essere inflitta anche al marito.
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