Momenti di panico e di puro terrore quello che ha vissuto una ragazzina di 12 anni, sequestrata e poi molestata da parte di due persone: gli aggressori si “giustificano” in un modo che fa discutere
Attimi che difficilmente potrà mai dimenticare e mettere da parte, quello che ha vissuto lo porterà per sempre con lei. Un terribile episodio quello che ha visto come vittima una ragazzina di 12 anni di Verona. Quest’ultima è stata sequestrata, molestata e quasi violentata. Una esperienza terribile per lei. Il tutto è accaduto lo scorso 7 marzo, ma solamente nelle ultime ore la notizia è stata resa nota. E’ accaduto all’interno di un parco della città veronese, subito dopo l’uscita da scuola.
Un parco che, a quell’ora, è spesso frequentato da famiglie che portano i loro bambini. All’interno del posto molte telecamere di videosorveglianza. Gli aggressori, due uomini (37 e 47 anni) di origini indiana, sono stati sottoposti ad arrestato. Le accuse sono inevitabilmente gravi visto che si parla di violenza sessuale e sequestro di persona in concorso. Nei confronti di una minorenne.
Secondo quanto riportato dal ‘Corriere del Veneto‘ e media locali pare che i due abbiano “afferrato con la forza” la vittima e l’avrebbero trascinata (contro la sua volontà) verso una strada secondaria. In modo tale da non farsi guardare da possibili testimoni. I due, successivamente, le avrebbero palpato il seno e poi avrebbero tentato di andare oltre. Fortunatamente la 12enne ha avuto la forza di gridare a squarciagola per tutto il tempo della brutale aggressione.
In un attimo di disattenzione dei due la ragazza è riuscita a scappare e a lanciare l’allarme. Urla che avrebbero attirato la madre di lei (la signora in quel momento si trovava a pochi passi dalla scuola), ma i due avevano fatto già perdere le loro tracce. Una fuga che è durata pochissimi giorni visto che gli indiani sono stati rintracciati e fermati. Non solo: gli aggressori si sarebbero “giustificati” affermando che si trattava semplicemente di un “fraintendimento“.
Ovviamente una rivelazione che non ha convinto neanche per un attimo gli inquirenti. I due, senza fissa dimora, vivono in una struttura di fortuna con altri immigrati in uno stabile nel Comune scaligero di Buttapietra. Da metà anno si troverebbero nel nostro Paese e lavorerebbero in “nero” in un settore agricolo di una provincia nel veronese. I due stranieri si proclamano “innocenti” e parlano di un “equivoco”. Loro affermano di aver scambiato solamente “qualche parola” prima che arrivasse la madre. Lo stabiliranno le telecamere se è andata veramente così.
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