Uno skater professionista è stato fermato al momento del suo arrivo in aeroporto per traffico di cannabis, ha dato la colpa agli incendi
Quando si vivono delle situazioni difficili nella vita è facile incappare in degli errori che poi possono costare caro. Quella che sembra la strada più facile da intraprendere, però, non sempre è quella più conveniente e fruttuosa. Talvolta riflettere bene su cosa fare, capire quelli che possono essere i rischi è necessario onde evitare conseguenze decisamente più gravi.
Un concetto che, però, non è per tutti è alla base delle proprie scelte e che talvolta, venendo ignorato, porta a sfociare alcune persone anche nell’illegalità. Comprensibile, ma solo in parte, come eventualità, per quanto non giustificabile davanti alla legge e, quindi, ai rischi che si possono correre.
Un insegnamento che probabilmente ha oggi imparato un ragazzo di 20 anni originario del Queens, negli Stati Uniti. Lo scorso 6 dicembre, quando atterrava a Bruxelles, dopo esser partito da Los Angeles, è stato intercettato dalla dogana che lo ha sottoposto a dei minuziosi controlli.
Le forze dell’ordine hanno rinvenuto all’interno delle due valigie che portava con sé 29,5 chilogrammi di cannabis. L’uomo è stato arrestato ed è stato sottoposto a un lungo interrogatorio nel corso del quale ha confessato le sue intenzioni, spiegando il motivo del suo tentativo di introdurre in Belgio quel quantitativo di droga.
Il ventenne, infatti, ha confessato alla polizia la sua intenzione di guadagnare qualche solo extra, oltre alla sua professione di skater, trafficando della droga che, in quella particolare situazione, avrebbe dovuto consegnare a un albergo della Capitale belga. Nei prossimi giorni il ragazzo verrà processato, con la difesa che intervenuta ai media locali ha tentato in qualche modo di giustificarlo:
“Si tratta di uno skater professionista” – ha detto il suo legale, che ha poi continuato aggiungendo – “non di un criminale di professione. Ha preso una decisione sbagliata, ma ha la fedina penale pulita e fa anche volontariato regolarmente”.
Una lezione, come detto, che è stata importante per lo stesso skater, il quale si è reso conto della gravità della decisione presa, andando a evidenziare lui stesso il proprio errore, ma provando anche a spiegare le motivazioni che lo hanno portato a esporsi così tanto pur di guadagnare qualche soldo in più:
“Ho avuto alcuni mesi in cui le cose sono state un po’ difficili dal punto di vista finanziario. Sono uno skater professionista, ma sono anche un creatore di contenuti sui social media, faccio il modello e recito in spot pubblicitari. Gli incendi a Los Angeles hanno fatto schizzare alle stelle gli affitti e ho iniziato a cercare soldi extra”. Il prossimo 10 aprile è atteso il verdetto del suo processo.
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