Il cessate il fuoco non è arrivato. Netanyahu ha confermato la decisione di proseguire con i propri attacchi fin quando Hamas non farà una cosa
I palestinesi aspettavano con ansia e trepidazione le 8:30 di questa domenica 19 gennaio per il cessate il fuoco deciso nei giorni scorsi, ma la tregua tanto attesa non è arrivata. Netanyahu, infatti, ha confermato che fin quando Hamas non farà una cosa ben precisa gli attacchi continueranno.
Da parte di Hamas sono arrivate rassicurazioni e nel giro di poco tempo si dovrebbe arrivare finalmente al cessate il fuoco. Ma per il momento la tregua è rimandata e ancora non si sa di quanto. I palestinesi sperano di poco. Molto dipenderà da questo ultimo terreno di scontro che ha messo in forte bilico un accordo trovato nei giorni scorsi ed esaltato dallo stesso Trump.
I motivi del rinvio della tregua a Gaza
Era tutto pronto per la tregua a Gaza. Nei giorni scorsi erano stati firmati gli accordi che prevedevano anche la liberazione degli ostaggi, ma un imprevisto dell’ultimo minuto ha fatto ritardare il tutto. Hamas, infatti, non ha inviato a Netanyahu la lista dei prigionieri che saranno liberati nelle prossime ore. Un piccolo disguido che ha portato il presidente israeliano a lanciare una sorta di ultimatum: senza nomi l’esercito continuerà ad attaccare.
Da parte di Hamas sono arrivate delle rassicurazioni. Il gruppo ha ammesso il ritardo a causa di un piccolo disguido, ma si sta lavorando per inviare la lista il primo possibile. Per questo motivo nelle prossime ore si potrebbe sbloccare il tutto e consentire alla tregua di diventare realtà. Intanto, però, l’esercito israeliano continua a bombardare e anche questa mattina si sono registrati dei morti. La speranza è che si risolva il tutto nel minor tempo possibile.
L’elenco sarebbe stato consegnato
Ultime ore di combattimenti e poi quasi certamente ci sarà la tregua a Gaza. Secondo le informazioni dei media israeliani, l’elenco sarebbe stato consegnato e Netanyahu e questo dovrebbe consentire di arrivare al cessate il fuoco. Il condizionale è d’obbligo visto che il rischio di un nuovo rinvio è dietro l’angolo. Vedremo poi nei prossimi giorni se lo stop alle armi sarà rispettato oppure ci saranno eventi che alzeranno ancora di più la tensione tra Hamas e Israele.