Un uomo è stato condannato per aver minacciato una ragazza, intimandola di spogliarsi davanti alla webcam per evitare di svelare il suo segreto
I social network sono una delle invenzioni più importanti mai fatte. Non solo perché in qualche modo aumentano la socialità, seppur restando attaccati al cellulare, ma anche perché permettono di mettere in contatto popolazioni e culture differenti, ma soprattutto distanti sotto ogni punto di vista.
Allo stesso tempo, però, bisogna prestare anche attenzione alle trappole che questi presentano. Sono spesso una dipendenza per i ragazzi, facilitano la circolazione di fake news, diffondo informazioni che possono spostare il pensiero popolare, anche se basate sul nulla. Ma tra i social proliferano anche profili fake. Ovvero false identità dietro alle quali si celano dei malintenzionati.
Non è raro, infatti, sentir parlare di pedopornografia online, di ricatti, di persone che si scambiano per altre, inventando nomi e foto finte, nella speranza di poter soddisfare le proprie ambizioni malate. Lo fanno attraverso delle semplici chat o scambiando foto hot con la diretta interessata o il diretto interessato, convinto che dall’altra parte dello schermo ci sia tutt’altra persona.
Situazioni già gravi di per sé, ma che possono addirittura degenerare. In che modo? Attraverso i già citati ricatti. Approfittando dell’acquisizione di queste immagini, il ricevente – che al contrario ne ha mandate di finte – ha la possibilità di ottenere quel che vuole ricattando la vittima.
Un fatto del genere è avvenuto tra il 31 agosto e il 10 settembre 2021. Stando a quanto riporta il tribunale penale di Hasselt, in Belgio, un uomo di 40 anni avrebbe minacciato online una ragazza con la quale chattava attraverso profili finto. Il quarantenne belga era in possesso di sei account su Instagram.
Avrebbe confermato davanti alla corte di averne utilizzato uno per compiere delle azioni illegali e con scopi sessuali. Il suo obiettivo era quello raccogliere immagini a sfondo erotico della vittima che aveva messo nel mirino. Quando però la ragazza gli ha spiegato la volontà di non spogliarsi, lui ha deciso di minacciarla.
A quel punto ha pubblicato i link che portavano ad alcuni siti web stranieri sui quali la donna avrebbe offerto i suoi servizi di escort. Così facendo ha deciso di rendere pubblico il passato della ragazza a tutti i suoi conoscenti. Un fattore che ovviamente il tribunale ha tenuto in considerazione quando ha emesse la sentenza.
L’uomo è stato condannato a 32 mesi di carcere con sospensione della pena e a cinque anni di interdizione dal diritto penale. Il rinvio è subordinato a determinate condizioni, come lo svolgimento di attività significative durante il giorno e la ricezione di cure per i problemi sessuali. All’uomo è stato anche impartito un ordine di non contatto nei confronti della vittima e un risarcimento di 3.475 euro.
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