Stati Uniti, è arrivata la prima condanna a morte del 2025: la ricostruzione

Negli Stati Uniti è arrivata la prima condanna a morte del nuovo anno, negli scorsi giorni l’esecuzione di un uomo accusato di omicidio

Non si è fatta attendere troppo tempo questa notizia, per quanto la speranza di molti è che presto venga abolita anche questa legge, così da poter dare un po’ di umanità anche a chi deve garantire giustizia. Nelle scorse ore, infatti, negli Stati Uniti è stata eseguita la prima condanna a morte del 2025.

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Stati Uniti, è arrivata la prima condanna a morte del 2025: la ricostruzione (Ansa Foto) – Cityrumors.it

Ci troviamo in South Carolina, dove un uomo è stato ucciso con una iniezione letale effettuata dalle autorità locali, con l’accusa di aver tolto la vita a una sua compagna di liceo. Si chiamava Marion Bowman Jr, aveva 44 anni, ed è stato giustiziato in una prigione della Columbia.

Si trovava in carcere dal 2001, data del presunto omicidio. Stando alle ricostruzioni che arrivano dagli USA, la vittima si chiamava Kandee Martin, aveva 21 anni e studiava insieme a Marion. La ragazza è stata ritrovata carbonizzata all’interno della sua macchina, dove era stata nascosta dopo la sua morte e bruciata insieme alla stessa vettura.

Marion nega di essere implicato nella morte della ventunenne. All’epoca aveva 20 anni e conferma solo di averle venduto della droga, senza però toccarla. Nella sua deposizione finale ha insistito sostenendo: “Non ho ucciso Kandee Martin”, nonostante le due testimonianze contro di lui che hanno favorito la sua condanna.

L’esecuzione di Bowman

A distanza di 23 anni è arrivato anche il suo ultimo giorno. Marion Bowman Jr, secondo la legge americana e – più in particolare – del South Carolina, ha pagato per i suoi crimini. Si sono rivelati vani i tentativi di sfuggire alla condanna a morte. Più volte il quarantaquattrenne ha tentato di convincere della sua innocenza, ma non è servito a nulla.

Marion Bowman
L’esecuzione di Bowman (Screenshot YouTube) – Cityrumors.it

Tra gli svariati tentativi c’è stato anche quello di attaccare il suo avvocato definendolo razzista per alcuni atteggiamenti e, quindi, non di suo aiuto nel corso del processo. Ma non solo. Ha tentato anche di spingere sulle sue condizioni di salute. I suoi avvocati, sottolineando i 180 chili di peso, hanno provato a spiegare che:

il processo di esecuzione potenzialmente complicato e doloroso”. Il giudice si è opposto, spiegando che avrebbe potuto optare per il plotone di esecuzione o la sedia elettrica. Un giornalista che ha assistito all’esecuzione ha raccontato dei numerosi respiri di Bowman, prima che il petto si fermasse due minuti dopo l’iniezione.

Tra le ultime parole dell’uomo ce ne sono state alcune destinate ai familiari della vittima: “Sono innocente dei crimini per i quali sono qui a morire, ma se la mia morte porterà sollievo alla famiglia allora credo che sarà servita a qualcosa”. Poi la lettura di una lettera che, nell’ultimo verso, recitava: “Ho fatto un ultimo respiro o un sospiro di sollievo?”. 

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