Stati Uniti e Russia hanno scambiato 26 prigionieri in Turchia: chi sono e perché erano imprigionati

Nelle ultime ore Stati Uniti e Russia sono stati protagonisti di uno scambio di prigionieri: 26 persone sono in viaggio verso casa.

Lo scambio è avvenuto ad Ankara ed è stato confermato dalle autorità della Turchia. Dieci persone, tra cui due minori, sono state trasferite in Russia; tredici detenuti in Germania e tre negli Stati Uniti. Il reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich, il marine americano Paul Whelan, il cittadino tedesco Rico Krieger ed il politico di opposizione russo Ilya Yashin sono tra le persone rilasciate. È stata liberata anche Alsu Kurmasheva, giornalista russo-americana di Radio Free Europe/Radio Liberty.

Stati Uniti e Russia hanno scambiato 26 prigionieri in Turchia: chi sono e perché erano imprigionati
L’attesa dei familiari dei prigionieri alla Casa Bianca (ANSA FOTO) – cityrumors.it

I canali di dialogo sono stati stabiliti dall’agenzia di intelligence turca e dall’Organizzazione nazionale di intelligence (Mit). I Paesi coinvolti sono sette: Stati Uniti, Germania, Polonia, Norvegia, Slovenia, Russia e Bielorussia. Lo scambio di prigionieri è stato gestito dall’intelligence turca dall’inizio del processo di negoziazione fino all’ultimo momento. Tutte le misure di sicurezza e la pianificazione logistica sono state soddisfatte dal Mit, che ha anche assicurato la comunicazione e il coordinamento tra le parti.

Un’impresa diplomatica che ha posto fine all’agonia dei prigionieri. – ha detto il presidente Usa Joe Biden, che ha incontrato alla Casa Bianca diversi familiari delle persone liberate – Alcune di queste donne e uomini sono stati ingiustamente trattenuti per anni. Tutti hanno sopportato sofferenze e incertezze inimmaginabili”. Anche la vicepresidente, nonché candidata presidente per i democratici, Kamala Harris è stata coinvolta nei negoziati per lo scambio di prigionieri. Stando alle ultime indiscrezioni Harris avrebbe avuto due conversazioni private sull’operazione alla conferenza di Monaco sulla sicurezza, lo scorso febbraio.

Nello scambio anche il giornalista russo-spagnolo Pablo Gonzalez, incarcerato da oltre due anni e cinque mesi in Polonia con l’accusa di spionaggio. Gonzalez, arrestato poco prima dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, è stato liberato e trasferito in Russia, suo Paese d’origine. Sta tornando in Russia anche Vadim Krasikov, detenuto in una prigione tedesca dal 2019 per l’omicidio di un esule georgiano a Berlino.

Altre presunte spie russe arrestate in Norvegia e Slovenia sono state scambiate, insieme ai russi detenuti con accuse penali nelle carceri statunitensi. In Russia sono stati rimpatriati anche due minorenni, ritenuti figli di spie incarcerate in Slovenia. Liberati dalle carceri russe, invece, diversi oppositori tra cui Vladimir Kara-Murza e Ilya Yashin. Il primo era stato condannato per alto tradimento mentre il secondo per aver denunciato crimini di guerra russi in Ucraina.

Stati Uniti e Russia, scambio di prigionieri. Il Cremlino: “I nemici restino all’estero”

Credo che tutti i nostri nemici dovrebbero restare lì all’estero, e tutti coloro che non sono nostri nemici dovrebbero tornare. Questo è il mio punto di vista”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “L’interesse dello Stato a far rispettare la pena detentiva di un criminale condannato – ha invece commentato Steffen Hebestreit, portavoce del governo tedesco in merito alla liberazione dell’ergastolano Krasikov – è stato bilanciato con la libertà, il benessere fisico e a vita di persone innocenti detenute in Russia e di coloro che sono ingiustamente imprigionati politicamente”.

“Un’impresa diplomatica che ha posto fine all’agonia dei prigionieri", ha detto il presidente Usa Joe Biden
Il presidente Usa Joe Biden (ANSA FOTO) – cityrumors.it

Il precedente scambio di prigionieri tra Usa e Russia risale all’8 dicembre 2022 negli Emirati Arabi, quando Mosca ha liberato l’allora 32enne stella del basket femminile americano (nonché attivista e icona gay) Brittney Griner, detenuta da 10 mesi dopo una condanna a nove anni per la detenzione di meno di un grammo di hashish. Dal lato opposto, Joe Biden ha graziato e rilasciato il 55enne famigerato trafficante di armi Viktor Bout, che dal 2012 stava scontando la sua pena a 25 anni di reclusione.

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