Con una decisione che farà epoca, la Corte di Giustizia Europea ha condannato Uefa e Fifa e ha dato l’ok alla Superlega. Ecco cosa cambierà anche per il calcio italiano
“Il monopolio Uefa è finito, da oggi il calcio è libero”. Bernd Reichart, CEO di A22 Sports, la società che gestisce gli interessi della SuperLega, commenta in questo modo il parere della Corte di Giustizia europea, che ha emesso una sentenza storica, sancendo l’abuso di posizione dominante da parte di Uefa e Fifa ed aprendo di fatto alla nascita della Superlega. “I club sono ora liberi dalla minaccia di sanzioni e liberi di determinare il proprio futuro. Per i tifosi: proponiamo la visione gratuita di tutte le partite della Super League. Per i club: le entrate e le spese di solidarietà saranno garantite”, ha continuato.
La Corte Europea ha emesso una sentenza senza precedenti paragonabile solo a quella che nel 1995 diede ragione al calciatore Bosman, aprendo al trasferimento gratuito dei giocatori svincolati e cambiando di fatto il calcio. “Le norme della FIFA e dell’UEFA che subordinano alla loro preventiva approvazione qualsiasi nuovo progetto di calcio interclub, come la Super League, e che vietano a club e giocatori di giocare in tali competizioni, sono illegittime. Non esiste un quadro di riferimento per le regole FIFA e UEFA che ne garantisca la trasparenza, l’obiettività, la non discriminazione e la proporzionalità. Allo stesso modo, le regole che conferiscono alla FIFA e alla UEFA il controllo esclusivo sullo sfruttamento commerciale dei diritti relativi a tali competizioni di tali competizioni sono tali da limitare la concorrenza, data la loro importanza per i media, i consumatori e i telespettatori dell’Unione europea. consumatori e i telespettatori dell’Unione europea”, si legge nel testo.
Nel 2021 dodici club lanciarono il progetto della Superlega, ma trovarono la forte opposizione della Uefa, che li minacciò di escluderli da qualsiasi competizione. “Un gruppo di 12 club calcistici europei attraverso la società spagnola European Superleague Company, desiderava creare un nuovo progetto di competizione calcistica: la Super League. La FIFA e l’UEFA si sono opposte al progetto, minacciando di imporre sanzioni ai club e ai giocatori che avessero deciso di partecipare. La European Superleague Company ha intentato un’azione legale contro la FIFA e la UEFA presso il Tribunale commerciale di Madrid (Spagna), sostenendo che le loro regole sull’approvazione delle competizioni e sullo sfruttamento dei diritti mediatici sono contrarie al diritto comunitario. dell’UE”, continua la Corte Ue nella sua ricostruzione. “La Corte osserva che le regole della FIFA e della UEFA relative allo sfruttamento dei diritti mediatici sono sono tali da danneggiare le società calcistiche europee, tutte le società che operano nei mercati dei media e, in ultima analisi, i consumatori e i telespettatori, impedendo loro di godere di competizioni nuove e potenzialmente innovative o interessanti”.
Ma cosa cambia materialmente? Il progetto della Superlega, modificato rispetto all’originale, dovrebbe partire nella stagione 2024-25 ed andrebbe a contrastare il nuovo format della Champions League. La società A22, che gestisce il nuovo format, sarebbe pronta a lanciare la nuova competizione coinvolgendo 64 squadre divise in 3 leghe (Star, Gold e Blue) senza membri permanenti, ma con promozioni e retrocessioni, con un minimo di 14 partite garantite per ciascun club.
Ma il futuro della Superlega è ancora nebuloso: pensare di coinvolgere 60/80 squadre sembra oggi un obiettivo difficilmente raggiungibile, anche alla luce del rifiuto di numerose federazioni. “Cosa cambierà? Non cambierà nulla perché il progetto non può concretizzarsi. Non ci sono francesi e tedeschi e dubito che ci saranno gli italiani. Farlo con il Barça, Madrid, Porto… è far volare le colombe”, ha dichiarato Jaume Roures, amministratore delegato di Media Pro. La Figc in questo senso è stata molto chiara: “Noi siamo stati l’unica federazione che ha assunto una posizione molto chiara – ha dichiarato il numero uno della Figc Gabriele Gravina -. Siamo totalmente contrari, esiste una norma federale per la quale chi aderisce a quel mondo esce dal sistema federale del calcio. Non possiamo impedirne l’adesione, ma la scelta, qualora avverrà, deve essere molto chiara. Non è pensabile disputare due o tre campionati all’interno di una serie di organizzazioni. Noi già stiamo lottando al nostro interno sulle date a disposizione sul campionato, potete immaginare cosa succederebbe se aggiungessimo un altro campionato. Io devo salvaguardare il brand del calcio italiano e si deve sapere a cosa si va incontro”.
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