Ancora un rinvio, l’ennesimo e le famiglie non ne possono più per la tragedia dell’hotel travolto da una valanga il 18 gennaio 2017 dove morirono 29 persone
Una tragedia che è ancora ben impressa nella testa e nel cuore di tutti gli italiani. Erano passati diciotto giorni dall’inizio del nuovo anno, il 2017 e una valanga quel giorno travolse tutto, incluso un albergo dove c’erano tante persone che stavano facendo una vacanza. Tutta Italia tenne il fiato sospeso per capire come andavano i soccorsi, alla fine morirono 29 persone.
Dopo tanti processi dove si è deciso molto meno rispetto a quello che si doveva decidere , soprattutto per le persone che dovevano pagare il conto con la giustizia e assumersi delle responsabilità, ci sono stati tanti rinvii, per questo la Cassazione era molto attesa dalle famiglie delle vittime.
Doveva esserci oggi 28 novembre la decisione dei giudici, ma ancora una volta si è deciso di slittare tutto al 3 dicembre la sentenza della Cassazione nel procedimento per la strage di Rigopiano. Una coincidenza che sia lo stesso giorno dove verrà presa la decisione su Filippo Turetta per la morte di Giulia Cecchettin. Due storie che non hanno nulla in comune, se non il dolore, fortissimo delle famiglie che sono rimaste senza i loro cari strappati in modo violento.
In quel 18 gennaio del 2017 morirono 29 persone a causa di una valanga che travolse un hotel e ancora sono tante le risposte che si devono dare e che le famiglie aspettano da tanto tempo. Troppo. Dopo due giorni di udienza il presidente della sesta sezione penale Giorgio Fidelbo ha comunicato alle parti il differimento della camera di consiglio.
Ci sono stati un po’ di disordini in aula. Il sostituto procuratore generale della Cassazione Giuseppe Riccardi nella sua requisitoria ha chiesto di annullare le assoluzioni nei confronti di sei persone che all’epoca dei fatti erano alti dirigenti della Regione Abruzzo, una delle principali responsabili per quello che è avvenuto quel maledetto giorno del 2017.
E’ stato chiesto di annullare la sentenza anche per per l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, uno dei pochi condannati, nel suo caso a un anno e 8 mesi per rifiuto di atti d’ufficio e falso. La richiesta è quello di svolgere un altro processo di appello bis per valutare accuse di concorso in omicidio colposo, lesioni colpose e depistaggio, per le quali era stato assolto.
Durante il dibattimento che c’è stato in questi giorni, è stata anche chiesta la possibilità di confermare tutte le condanne inflitte ai dirigenti della Provincia come Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, dell’ex gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso, e del tecnico del comune, Enrico Colangeli.
C’è stata anche la richiesta forte di rivedere la posizione non solo dei dirigenti della Regione Abruzzo, ma anche quello di rifare un processo di Appello anche e soprattutto nei dell’ex Sindaco di Farindola, il comune responsabile di Rigopiano, Ilario Lacchetta.
Secondo il sostituto procuratore e secondo le tante prove che sono state portate in aula durante i processi e ribaditi in Cassazione “I segnali di allarmi c’erano e non erano pochi”
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