L’hanno trovata impiccata con una corda a un albero del giardino di casa a Piazza Armerina, in provincia di Enna. Ma qualcosa non torna
Il suicidio di Larimar Annaloro, la 15enne che è stata trovata appesa ad un albero del giardino della casa dove viveva con la sua famiglia a Piazza Armerina nell’Ennese, è diventato un giallo vero e proprio. Se da un lato gli inquirenti credono che la ragazza si sia tolta la vita, dall’altro la famiglia alza un urlo disperato che parla di ricatto, di minacce e di fotografie intime: il punto della situazione.
Intervistata da Milo Infante durante la trasmissione “Ora 14” di Rai 2, la sorella maggiore di Larimar Annaloro ha accennato ad alcune fotografie intime che sarebbero state scattate a sua sorella e che sarebbero state poi fatte girare tra diverse persone. A tal proposito, la Procura di Enna ha aperto un’indagine per istigazione al suicidio a carico di ignoti.
Si era da poco trasferita con i fratelli e i genitori, un operaio e una barista, dalla Lombardia a questo piccolo comune di Enna e, nonostante l’età per definizione si caratterizzi per turbolenze e rapporti complicati con i coetanei e con i più grandi, Larimar Annaloro non aveva destato particolari sospetti nei famigliari. A scuola andava bene, “Aveva tutti otto” dice la sorella di Larimar, supponendo che se fosse stata depressa come oggi si dice i suoi rendimenti scolastici ne avrebbero risentito.
Con le coetanee, però, qualcosa non funzionava. “La odiavano” dice sempre la sorella della 15enne, a cui fa eco il commento che la madre del fidanzato di Larimar ha scritto su Facebook a ricordo della piccola. “Eri bella come il sole, intelligente ma soprattutto buona, troppo buona per la società malvagia in cui viviamo”. Un’amica, infatti, ha riferito che di recente Larimar aveva avuto un brutto scontro con una coetanea, che le contestava di aver avuto una storia con il suo ex e di aver visto un video. Poco dopo la lite, Larimar sarebbe stata anche accerchiata da altre ragazze: “L’hanno insultata. Era disperata” riferisce la coetanea.
La famiglia di Larimar, nel frattempo, non si dà pace e se le autorità parlano di suicidio, l’ipotesi dei genitori e dei fratelli è chiara: “L’hanno ammazzata” dicono, lasciando intendere un’istigazione al suicidio dovuta dalle cattiverie pronunciate dai compagni. Gli inquirenti, comunque, hanno sequestrato il pc e lo smartphone della 15enne per ricostruire le sue ultime ore di vita: la lite con la coetanea, che l’accusava di averle rubato un fidanzato, risalirebbe proprio alla mattina del suicidio.
Larimar, quindi, secondo la famiglia si sarebbe arresa a questi insulti e, probabilmente convinta che di lei circolassero immagini private, si sarebbe vergognata e avrebbe deciso di farla finita. Le indagini, però, sono in corso: ciò che resta è il rammarico di chi è sopravvissuto a questa tragedia e che oggi rimpiange di non aver potuto fare di più.
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