Un bambino dimenticato in un taxi chiuso a chiave. La reazione della famiglia ha reagito e la goffa “riparazione” del tassista con un buono regalo
Un figlio dimenticato in un taxi chiuso a chiave. Un incubo che nessun genitore vorrebbe mai vivere. Eppure, è esattamente ciò che è accaduto a Umit e Yasemin Oktem, genitori del piccolo Tugra, un bambino di sei anni con bisogni speciali.
L’autista, anziché portare il piccolo a casa dopo averlo prelevato da scuola, ha pensato bene di parcheggiare il taxi e andarsene a casa. Così, ha lasciato Tugra addormentato sul sedile posteriore. Per fortuna non era una calda giornata estiva, altrimenti avremmo potuto aggiungere alla lista delle “dimenticanze” anche un bel colpo di calore.
Quando Tugra non è tornato a casa all’orario previsto, i genitori hanno tentato disperatamente di contattare la compagnia di taxi, la Munckhof. In quel momento, però, sembrava che le linee telefoniche fossero state dirottate su un’altra dimensione. Nessuno rispondeva, nessuno sapeva niente.
Dopo 40 minuti di angoscia, finalmente è arrivata la telefonata tanto attesa. “È stato trovato“, ha detto l’operatore, con un tono che oscillava tra l’indifferenza e la constatazione di un fatto compiuto. “Come se avessero ritrovato un pacco smarrito“, ha commentato la madre Yasemin, con una punta neanche troppo velata di amarezza.
Il giorno seguente, l’autista “distratto” si è presentato alla porta della famiglia Oktem con un biglietto di scuse e un buono regalo da 20 euro di Action, una catena di negozi low-cost. Un gesto che, nelle intenzioni dell’autista, avrebbe dovuto “riparare” al danno causato. Ma i genitori di Tugra non hanno preso la cosa con filosofia.
Al contraio, la coppia ha assunto un avvocato ed è partita la denuncia nei confronti della compagnia di trasporti, chiedendo un risarcimento per il trauma subito. La polizia, dal canto suo, ha archiviato il caso in tempi record, concludendo che non era stato commesso alcun reato. D’altronde, si sa, i bambini che si addormentano nei taxi sono un fenomeno piuttosto comune, e gli autisti che li dimenticano fanno parte del folklore locale…
La compagnia di trasporti, inizialmente, ha fatto orecchie da mercante, salvo poi essere costretta dal comune a presentare delle scuse ufficiali. Insomma, una storia a lieto fine, se così si può dire, che lascia però l’amaro in bocca.
Viene da chiedersi se un biglietto di scuse e un buono regalo da 20 euro siano sufficienti a compensare il trauma di un bambino dimenticato in un taxi chiuso a chiave. Forse, la prossima volta, l’autista potrebbe aggiungere al pacchetto anche un peluche. E magari un buono sconto per una seduta di psicoterapia.
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