Taxi, si cambia marcia. Il trasporto pubblico avrà una stretta sui furbetti del tassametro: le nuove regole in app.
Continua la faida tra i Comuni e il servizio taxi, annosa questione che negli ultimi mesi ha riguardato – in maniera particolare – la Capitale. L’insofferenza e il malcontento rispetto alla gestione del trasporto pubblico su ruote, però, riguarda tutta Italia. La problematica più importante resta il numero di licenze e la relativa organizzazione: gli autisti di taxi sono scesi in piazza in molte occasioni per chiedere una concorrenza diversa.
Il bersaglio, spesso, sono state le piattaforme di ultima generazione: Uber e non solo, che hanno cambiato e sviluppato il ruolo del noleggio con conducente. La figura dell’autista si è messa a fare concorrenza ai tassisti canonici con prezzi diversi. L’ampliamento del mercato ha fatto emergere anche altre criticità: la maggior parte dei dipendenti si è trovata spiazzata di fronte ad altro tipo di problemi.
Oltre alle licenze, con il numero e le possibilità di circolazione che non sempre tornavano, è emerso un disavanzo per quel che concerne fatture e dichiarazioni. Il quantitativo di truffe e raggiri rispetto al movimento di tassametro e le formule di pagamento è sempre stato oggetto di riflessione e dibattito. Non sempre c’è stata trasparenza.
Proprio su questo punto le organizzazioni comunali, con le circoscrizioni in prima linea, scelgono il pugno di ferro. I sindaci, infatti, devono impegnarsi a far rispettare determinate regole. Impossibile, in primis, rifiutare determinate corse per partito preso. In particolare modo di fronte alle stazioni o ai centri nevralgici, specialmente durante feste o ricorrenze particolari.
A Roma, per menzionare la Capitale d’Italia, spesso accadeva che i tassisti si scegliessero il passeggero: a seconda di dove quest’ultimo fosse diretto, veniva caricato in macchina oppure lasciato in attesa. Aspettando, magari, un percorso più lungo. Questa cernita, in qualche maniera, non sarà più possibile. A Roma e nelle altre parti d’Italia.
Almeno rispetto alla conformazione dell’applicazione di riferimento: la nuova app del servizio taxi, infatti, avrà in evidenza la chiamata. Quindi la priorità dell’utente è rispettata. Senza, però, indicare l’arrivo del tragitto: se un tassista prende una chiamata dall’Eur non saprà in anticipo dove il proprio utente sarà diretto. Quindi avrà l’obbligo, una volta presa in carico la corsa, di portarlo a destinazione qualunque sia il percorso.
Vale a dire anche se il passeggero dovesse fare un tragitto di dieci minuti. Questo eviterà favoritismi o scelte mirate, andando a colpire quelli che vengono definiti i “furbetti” del tassametro. L’arrivo del Giubileo – non solo nella Capitale – ha messo in allerta tassisti e NCC, ma le nuove specifiche in applicazione non consentiranno più fraintendimenti.
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Stesso discorso per il tipo di corse previste. Sarà tutto più trasparente al cospetto della mole di pellegrini in arrivo dal mondo intero: 32 milioni solo a Roma, contando esclusivamente il 2025. Nel resto d’Italia il numero di arrivi e partenze, considerando solo i taxi sarà ugualmente intenso. Nuove regole per vecchie abitudini: la rivoluzione civica ha premuto l’acceleratore e non intende fermarsi.
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