Nel nostro Paese stanno per essere divulgate nuove linee guida sull’utilizzo dei cellulari. Negli Stati Uniti esistono scuole che si sono mosse in modo massiccio: ecco cosa accade negli istituti
In Italia si discute da giorni sul divieto di portare i telefoni cellulari in aula durante l’orario scolastico. “Nelle prossime linee guida del ministero, vi sarà un passo in più: il cellulare verrà di fatto vietato alle scuole dell’infanzia, alle elementari e alle medie anche per scopi didattici. E alle elementari e alle medie verrà suggerito di evitare l’uso del tablet. Sia per questioni di didattica, naturalmente, sia perché spesso l’utilizzo in proprio di smartphone e tablet diventa nel rapporto tra studenti e docenti un elemento di tensione, che in alcuni casi porta anche all’aggressione del personale scolastico. Meno distrazioni, più responsabilità, più delega”, ha spiegato in una recente intervista il ministro dell’Istruzione Valditara.
Il dibattito politico ha già portato a numerose divisioni: alcuni docenti hanno sposato l’iniziativa, altri l’hanno criticata. Sotto discussione è soprattutto l’utilizzo di tablet e smartphone per uso didattico, da parte dei ragazzi più piccoli. Numerosi maestri delle scuole elementari e professori delle medie hanno esultato di fronte a questa possibilità, considerando fondamentale, per lo sviluppo cognitivo degli studenti, la scrittura a mano. Alcuni insegnanti di sostegno e terapisti dello sviluppo, hanno invece ricordato come, attraverso alcune app presenti su smartphone e tablet, numerosi studenti riescono ad apprendere alcune nozioni con maggior facilità.
Se in Italia si discute, negli States la situazione è molto simile. In diversi Stati si sono aperti veri e propri dibattiti sulla possibilità di vietare l’utilizzo dei telefoni cellulari a scuola, considerati da molti docenti, una forte distrazione. In California, un insegnante di scuola superiore si lamenta del fatto che gli studenti guardano Netflix sui loro telefoni durante le lezioni. Nel Maryland, un insegnante di chimica afferma che gli studenti usano le app di gioco d’azzardo per fare scommesse durante la giornata scolastica. In tutto il Paese, gli insegnanti affermano che gli studenti inviano abitualmente messaggi Snapchat in classe, ascoltano musica e fanno acquisti online, oltre a innumerevoli altri esempi di come gli smartphone distraggano dall’insegnamento e dall’apprendimento.
L’influenza che i telefoni hanno sugli adolescenti americani è ben documentata: sull’argomento sono stati effettuati studi e numerosi programmi televisivi hanno dibattuto sul da farsi. La polemica più grande, al di là del dibattito politico, è tra gli insegnanti e i genitori, finiti sul banco degli imputati. I docenti accusano le famiglie di non essere consapevoli di quanto i cellulari vengano utilizzati durante l’orario scolastico. Nelle scuole sono in corso dibattiti su come arginare il problema. Molti propendono per il divieto assoluto di portare gli apparecchi mobili all’interno delle classi. “Gli studenti erano abituati a capire che non si può stare al telefono in classe. Quei giorni sono passati”, ha detto James Granger, preside di una scuola di Los Angeles che ha chiesto ai suoi studenti di lasciare i telefoni in armadietti posizionati al di fuori di ogni classe e muniti di allarmi. “L’unica soluzione che funziona è togliere fisicamente il cellulare allo studente”, ha dichiarato.
La maggior parte delle scuole ha già delle regole che disciplinano l’uso del telefono da parte degli studenti, ma vengono applicate sporadicamente. Un numero crescente di leader politici a livello statale e federale ha iniziato a sostenere il divieto di utilizzo dei cellulari a scuola e a suggerire nuovi modi per limitare l’accesso ai dispositivi. L’ultimo intervento statale è avvenuto nello Utah, dove il mese scorso il governatore repubblicano Spencer Cox ha esortato tutti i distretti scolastici e il Consiglio per l’istruzione a rimuovere i cellulari dalle aule. Ha citato studi che dimostrano che l’apprendimento migliora, le distrazioni diminuiscono e gli studenti sono più propensi a parlare tra loro se i telefoni vengono tolti. “Abbiamo solo bisogno di uno spazio per sei o sette ore al giorno in cui i ragazzi non siano legati a questi dispositivi”, ha dichiarato Cox ai giornalisti. Ha detto che la sua iniziativa, che non è vincolante, fa parte di una spinta legislativa per proteggere i ragazzi dello Utah dai danni dei social media. L’anno scorso, la Florida è stata il primo Stato a dare un giro di vite ai telefoni a scuola. Una legge entrata in vigore a luglio impone a tutte le scuole pubbliche della Florida di vietare l’uso dei cellulari da parte degli studenti durante le lezioni e di bloccare l’accesso ai social media sul Wi-Fi del distretto.
Alcuni istituti pubblici della Contea di Orange, si sono spinti oltre e hanno vietato l’uso dei telefoni durante l’intera giornata scolastica. Anche l’Oklahoma, il Vermont e il Kansas hanno recentemente introdotto una legislazione che sta diventando nota come “scuole senza telefono”. A dicembre due senatori statunitensi – Tom Cotton, repubblicano dell’Arkansas, e Tim Kaine, democratico della Virginia – hanno presentato una legge che richiederebbe uno studio federale sugli effetti dell’uso dei cellulari nelle scuole sulla salute mentale e sul rendimento scolastico degli studenti. La loro è una delle numerose alleanze bipartisan che chiedono regole più severe per le aziende di social media e una maggiore sicurezza online per i ragazzi. Secondo il National Center for Education Statistics, il 77% delle scuole statunitensi vieta l’uso dei cellulari a scuola per scopi non accademici.
Un numero spaventoso, se messo in paragone con la situazione italiana. Ma il dato, come è stato evidenziato dagli scettici, è forviante. Perchè il divieto resta solo sulla carta. Come confermato da numerosi insegnanti: “L’uso del cellulare è fuori controllo. Con questo intendo dire che non riesco a controllarlo, nemmeno nella mia classe“, ha detto Patrick Truman, che insegna in una scuola superiore del Maryland che vieta agli studenti l’uso del cellulare durante le lezioni. Spetta a ciascun insegnante far rispettare la politica, perciò Truman ha acquistato un contenitore a 36 scomparti per riporre i telefoni degli studenti. Tuttavia, ogni giorno gli studenti nascondono i telefoni in grembo o sotto i libri mentre giocano ai videogiochi e controllano i social media. Stanco di essere la polizia del telefono, è giunto a una conclusione riluttante: “Gli studenti che stanno al telefono sono almeno tranquilli. Non sono un problema di comportamento”.
Uno studio condotto l’anno scorso da Common Sense Media ha rilevato che il 97% dei ragazzi usa il telefono durante le ore di scuola. Numeri che hanno portato alle proteste delle associazioni degli insegnanti e di molti esponenti politici, che chiedono che il divieto diventi formale e che venga rispettato. Pensiero completamente opposto a quello degli studenti. Molti lamentano che i divieti studiati tolgano loro l’autonomia e li taglino fuori dal mondo: limitando il loro principale mezzo di comunicazione con la famiglia e gli amici, molti lamentano di sentirsi persi. Anche i genitori hanno paura di non riuscire a contattare i loro figli, in caso di divieto. Ma esistono anche dei ragazzi che sposano i divieti. L’Associated Press (che ha condotto uno studio dettagliato) ha intervistato numerosi under 18. Jaden, una matricola di 14 anni di una scuola dello Utah, ha raccontato che gli studenti sono tenuti a controllare i loro telefoni all’ingresso di ogni classe. In ognuna delle circa 30 aule della scuola c’è un’unità di archiviazione per cellulari che assomiglia a una borsa da scarpe sopra la porta con tre dozzine di slot per smartphone. “Aiuta a concentrarsi sul lavoro ed è più facile prestare attenzione in classe”, ha detto Jaden. Una compagna di classe, Mackenzie Stanworth, 14 anni, ha detto che sarebbe stato difficile ignorare il suo telefono se fosse stato a portata di mano. È un sollievo, ha detto, “prendersi una pausa dallo schermo e dalla vita sociale sul telefono e parlare davvero con le persone di persona”.
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