Telegram, il nuovo modo per poter acquistare (senza pressioni e molta tranquillità) armi, documenti, passaporti e molto altro
Acquistare documenti falsi, passaporti, armi e molto altro è fin troppo un gioco da ragazzi. Ovviamente tutto questo non deve essere assolutamente la normalità. Segno del fatto che in rete è diventato sin troppo facile acquistare di tutto, ma nel vero senso della parola. A fare questa prova ci ha pensato il quotidiano “Il Giornale“. Ed i risultati sono a dir poco scioccanti. Soprattutto dopo l’ennesimo attentato in quel di Mosca che porta la firma dell’Isis si è chiesto se sia davvero così facile procurarsi armi.
In merito a ciò ha espresso la propria opinione Robert Lingard, esperto di Open source intelligence (di cui si servono anche organizzazioni governative). Grazie al suo aiuto è stata fatta qualche ricerca per cercare di capire se acquistare armi di piccolo calibro (e non solo) sia semplice oppure no. Si sono finiti siriani ed hanno contattato il gestore della chat per alcune richieste: avere un passaporto italiano per entrare in Europa.
Telegram, la rete dove poter acquistare documenti falsi (e armi)
Risultati agghiaccianti: l’interlocutore (che non si poteva geolocalizzare) ha effettuato una serie di lavori replicando passaporti, carte di identità, patenti e visti. Con tanto di una cartella file in cui venivano mostrati i documenti più richiesti. Ovvero i passaporti ucraini fino ad arrivare a quelli inglesi. Anche quelli per il nostro Paese, Kazakistan, Olanda e Messico. Il totale? 800 euro. Soldi che possono essere utilizzati anche attraverso Bitcoin.
Per poter realizzare gli acquisti vengono chiesti dati anagrafici, mail di riferimento, fotografie, firma ed impronta digitale. Dopo aver realizzato il tutto il passaporto sarebbe arrivato tramite posta. Nessun problema con le autorità visto che il venditore li ha rassicurati sul fatto che i passaporti da loro venduti possono essere utilizzati in tutto il mondo. Insomma, un problema non di poco conto.
Una richiesta che non è affatto finita qui visto che, quelli de “Il Giornale”, per rendere più credibile il tutto hanno acquistato 5mila euro in banconote contraffatte da 20 euro. Ovviamente operazione fatta con le stampanti. Il conto totale? 1.600 euro da pagare in criptovalute attraverso un Qr Code.