I giudici hanno ritenuto illegale l’utilizzo di fondi Ue per il partito, una frode da 2,9 milioni. La leader dell’estrema destra lascia l’aula prima della sentenza
Condannata e ineleggibile. E’ il destino che tocca a Marine Le Pen che dovrà così dire addio all’Eliseo e alla corsa presidenziale del 2027. Ed era, lo è ancora, la grandissima favorita. Adesso più che mai. In Francia è un vero e proprio terremoto politico che sta facendo discutere parecchio.
La storica leader dell’estrema destra francese è stata condannata a quattro anni, più l’uso del braccialetto elettronico per i primi due, per aver utilizzato i fondi della Ue per il suo partito, ovvero le persone che lavorano per l’euro-parlamento e finanziate dal parlamento europeo in realtà lavoravano per il partito a Parigi. Un’accusa che, secondo i giudici, si è trasformata in sentenza con tanto di prove importanti.
Una condanna che rende ineleggibile Marine Le Pen per l’Eliseo. Una decisione che sta scatenando le ire dei francesi, almeno per i circa 12-14 milioni di elettori che volevano dare fiducia, dopo tre tentativi, alla leader dell’estrema destra francese di Rassemblement national.
Il direttore dell’autorevole Istituto francese del sondaggio di opinione (Ifop), Frederic Dabi, lancia accuse, tanto da dire che, a suo parere, siamo “di fronte a un evento molto molto forte, inaudito, senza precedenti”. Lo paragona, anche se il contesto era ben diverso e con una certa prudenza, all’ “impatto che ha avuto la squalifica alle presidenziali di Dominique Strauss-Kahn, di cui era il favorito, per la vicenda di aggressione sessuale al Sofitel di New York, nell’aprile 2011”.
“Marine Le Pen ha alle spalle una storia singolare con i francesi, anche per essere stata candidata tre volte alle presidenziali. Quanto accaduto oggi rappresenta la prima puntata delle presidenziali 2027”, prospetta il direttore dell’Ifop. Come reazione d’impatto, “molti elettori di Marine Le Pen, tra 11 e 12 milioni di persone alle ultime elezioni europee e legislative, vivranno questa sentenza come un diniego di democrazia, un attentato molto pesante alle loro scelte elettorali”, valuta Dabi.
il partito di estrema destra può effettivamente trarre vantaggio da questa condanna in termini di consensi elettorali, allo stesso tempo ha appena perso “il suo candidato naturale, il più esperto, il che non è un criterio da poco in elezioni presidenziali, oltre a essere l’unico che si prepara all’Eliseo da molti anni”, fa notare Guillou. Per l’analista politico del noto quotidiano, Jordan Bardella, 29 anni, presidente Rn, “è un candidato di riserva che molti partiti politici sognerebbero di avere, ma presenta anche delle debolezze oggettive in un voto del genere”.
A stretto giro, questa decisione giudiziaria apre notevolmente il gioco politico sia a destra che all’estrema destra, le cui forze potrebbero finalmente avvicinarsi e stringere un’alleanza, attuando così una linea valutata come “più naturale” per un leader come Bardella, finora respinta, invece, da Marine Le Pen.
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