Il brigatista era stato arrestato pochissimo tempo fa, dopo oltre 44 anni di latitanza, ma un cavillo l’ha salvato e ora è stato scarcerato
Brigatista in libertà. Ma la sua scarcerazione fa molto discutere e fa arrabbiare l’Italia anche perché nessuno se l’aspettava, visto che era stato arrestato e fermato da pochissimo tempo. Una scelta e una vicenda che sta indispettendo il governo italiano.
Una vicenda che è arrivata senza che nessuno se l’aspettasse. Ma all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, è’ stato scarcerato in Argentina Leonardo Bertulazzi, ex membro e capo saldo delle Brigate Rosse, che era stato arrestato appena lo scorso mese di agosto.
Era passato pochissimo tempo quando sul finire dell’estate la polizia argentina, dopo aver indagato per tanto tempo, è riuscito ad arrestarlo nel suo appartamento nel quartiere di Monserrat a Buenos Aires, nel corso di un’operazione della Divisione Federale di Investigazione sui Fuggitivi e le Estradizioni del Dipartimento Interpol e dell’Unità di Investigazione Antiterroristica della Sovrintendenza Federale di Investigazione, entrambe unità della Polizia Federale Argentina (Pfa).
Un’operazione che era stata portata avanti dalla polizia sudamericana e con alcuni dipartimenti della polizia italiana che avevano partecipato al blitz e all’arresto. La notizia della scarcerazione è stata data dal quotidiano ‘La Nacion’ direttamente da fonti giudiziarie. La decisione è stata presa dalla II Sezione della Camera Federale di Cassazione Penale che grazie a vizi giuridici ha dato la possibilità a Bertulazzi di tornare libero.
Collaborò al sequestro Moro e di Pietro Costa
Bertulazzi è un elemento di spicco delle Brigate Rossi, nasce nel 1951 a Verona e da ragazzo si trasferisce Genova, dove diventa un esponente della “Colonna 28 marzo”. Il nome di battaglia di Bertulazzi nelle Brigate Rosse “Stefano” e deve scontare una condanna a 27 anni per sequestro di persona, associazione sovversiva e banda armata.
E’ stato uno di quelli che ideò il sequestro di Aldo Moro, ma tra i tanti fatti che gli vengono contestati c’è il rapimento di Pietro Costa, discendente della celebre famiglia di armatori genovese. Il riscatto (un miliardo e mezzo di lire) che le Br riuscirono ad ottenere servì, tra le altre cose, anche per l’acquisto dell’appartamento di via Montalcini a Roma dove nella primavera del 1978 venne tenuto prigioniero Aldo Moro.
Da non dimenticare che Leonardo Bertulazzi iniziò ad essere latitante nel 1980 dopo che ebbe una pesante sparatoria con la polizia avvenuta davanti l’abitazione dell’allora sindaco di Genova Fulvio Cerofolini, che era un obiettivo delle Brigate Rosse come sequestro.
Da lì la fuga prima in Grecia, poi in Portogallo, poi ancora a El Salvador e infine in Argentina, dove nel 2004 ha ottenuto lo status di rifugiato.