Torna a lavorare dopo la pensione, ma arriva la beffa da parte dell’Inps: una cifra shock quella che deve consegnare. Una vicenda che è stata raccontata dal quotidiano “L’Adige”
Oramai in città non si sta parlando d’altro se non della vicenda che vede come protagonista (ed allo stesso tempo vittima) Angelo Menapace. Ovvero di un ex panettiere di Tuenno (provincia di Trento) che si è trovato nel mezzo di una faccenda a dir poco scomoda. Secondo quanto riportato da alcuni media e fonti locali pare che l’Inps gli abbia chiesto la bellezza di 19mila euro. Sì, avete letto proprio bene. Motivo? Per aver svolto un lavoro dopo che aveva annunciato di essere andato in pensione.
Un trauma non da poco per il 67enne che, ovviamente, non si arrende ed ha deciso di effettuare il ricorso. Si tratta del primo caso che si verifica non solamente in Italia, ma a quanto pare anche nel resto del mondo. In quel lavoro (collaborazione con il cugino) l’uomo ha guadagnato meno di 300 euro (per la precisione 280). Il tutto avvenne nel mese di agosto del 2021. Non una cifra enorme che ti cambia la vita, ma Angelo credeva di poter percepire nonostante si fosse ritirato dal mondo del lavoro grazie a “Quota 100” quattro anni prima.
Bisogna tornare indietro, appunto, di un bel po’ di anni quando nell’agosto del 2021 il cugino di Angelo Menapace (conosciuto in città per la gestione di una pescheria) gli aveva chiesto se potesse dargli una mano al negozio visto che la situazione non era delle migliori. Dopo vari tentennamenti il 67enne ha accettato, ma solamente ad un costo: quello di essere messo in regola. Così è successo.
In quel mese l’uomo accumula 30 ore di lavoro per un totale di 280 euro. Ad ottobre, però, la pessima notizia che non si aspettava affatto: ovvero che l’assunzione non era assolutamente compatibile. Tanto è vero che il pensionato decide di recarsi all’Inps pensando si trattasse di un errore o altro. Ed invece il brutto doveva ancora arrivare.
Nel 2022 l’Inps gli notifica la restituzione di un anno della sua pensione, ovvero 19mila euro. Un ricorso è stato presentato grazie al sindacato dei commercianti, ma è stato respinto dalla stessa Inps. Non si arrende visto che ha chiesto al suo avvocato di intervenire e di fare chiarezza in merito.
Queste sono state alcune delle sue parole a riguardo: “Non riesco a capire: come faccio a tirare fuori questo denaro? Ho ancora un mutuo da pagare e la famiglia conta sulla mia pensione. Cosa insegno ai miei tre figli? Che è meglio lavorare in nero per non avere problemi? Per oltre 40 anni ho sempre pagato le tasse“.
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