È allarme per il ritorno dell’aviaria. La malattia sembra più pericolosa e il virus H5N1 ha già infettato il primo essere umano: ecco le informazioni da sapere.
Dopo che si è scoperto il primo caso di aviaria tra gli esseri umani, gli esperti si sono allarmati e temono seriamente che il virus possa evolversi con il passare del tempo e diffondersi anche tra la popolazione. Per questo motivo hanno allertato le istituzioni.
Negli ultimi anni è stata segnalata la trasmissione del virus dell’influenza aviaria H5N1 dagli uccelli ai mammiferi. La novità è che adesso gli Stati Uniti hanno segnalato la trasmissione della malattia ai bovini. Un evento che potrebbe far pensare a una mutazione, anche se gli esperti per il momento ci stanno andando cauti.
In ogni caso, gli studiosi sono preoccupati per il crescente numero di mammiferi infettati dall’influenza ad alta patogenicità (HPAI) e dal suo ceppo H5N1 e per il suo potenziale di diffusione tra mammiferi. Una preoccupazione maggiore è arrivata dopo che una persona è risultata positiva al virus.
Le autorità americane hanno messo tutti in allarme dopo aver annunciato che un uomo è risultato positivo all’influenza dopo essere stato infettato da una mucca da latte in Texas. Questo è il secondo caso negli Stati Uniti negli ultimi due anni, dopo che il virus ha contagiato greggi in Texas, Kansas e diversi altri stati nelle ultime settimane.
Le autorità hanno riferito che il paziente contagiato ha accusato solo arrossamento degli occhi, compatibile quindi con una semplice congiuntivite, come unico sintomo, e che quindi si riprenderà presto. Nel frattempo è stato isolato e curato con un farmaco antivirale usato per l’influenza.
Per le autorità sanitarie questo contagio non cambia la valutazione del rischio per la popolazione, considerato basso. Tuttavia è alta l’attenzione tra coloro che di recente sono stati a contatto con gli animali e che presentano in seguito sintomi respiratori acuti oppure irritazione agli occhi, sono questi i primi campanelli d’allarme.
La preoccupazione maggiore, secondo gli esperti, è che il virus potrebbe adattarsi sempre più velocemente alle specie mammifere e quindi iniziare una mutazione che lo renderà più preparata ad attaccare l’essere umano. C’è da dire che per il momento, però, la minaccia dell’H5N1 è minima, in quanto non riesce a penetrare nelle cellule del naso e della bocca con facilità.
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