In Libano si continua a combattere. Una troupe del Tg3 è stata aggredita da un gruppo di persone. C’è un morto. Il racconto dell’inviata
In Libano si continua a combattere ormai senza sosta. Israele nei giorni scorsi ha intensificato gli attacchi in questa zona per colpire Hezbollah e i miliziani nelle ultime ore hanno aumentato i lanci di razzi nei confronti di Tel Aviv. Una situazione che continua ad andare avanti su un filo molto sottile: il rischio di una guerra allargata è sempre molto alto.
Combattimenti che stanno aumentando anche la tensione nei confronti dei giornalisti. L’ultima a finire nel mirino di un gruppo di persone, tra cui un uomo armato, è stata una troupe italiana. A raccontare nei dettagli quanto successo in Libano è stata diretta mente Lucia Goracci durante l’edizione del Tg3 delle 12.
Doveva essere una giornata di lavoro come le altre per Lucia Goracci e la sua troupe. L’inviata era impegnata nel documentare la situazione del Paese per il telegiornale delle 12 quando improvvisamente sono stati affiancati da un gruppo di persone, di cui uno armato. La troupe è stata prima minacciata e poi ha chiesto l’aiuto ai soccorsi per un malore che ha colpito l’autista e l’interprete che si trovava con loro in quel momento.
“Eravamo a Nord di Sidone – ha raccontato la Goracci, citata dall’Adnkronos – stavamo riprendendo senza problemi fino a quando un uomo si è scagliato contro il nostro operatore. Siamo tornati in auto e sono arrivate altre persone. Hanno lanciato una pietra, siamo andati via e ci hanno inseguito. Ad un distributore l’aggressore ha strappato le chiavi all’autista. Ahmad ha certo di riprenderle e a quel punto si è accasciato a terra. I soccorsi sono stati immediati, ma in ospedale ci hanno detto che era morto (infarto ndr)“.
Fortunatamente per la troupe italiana c’è stata solo tanta paura. Lucia Goracci e il resto della sua squadra non hanno avuto bisogno dell’intervento medico, ma di certo quanto successo difficilmente lo dimenticheranno. Nonostante questo, l’inviata ha comunque documentato la situazione nel Paese e lo continuerà a fare anche nei prossimi giorni.
Un quadro che, come spiegato in precedenza, continua ad essere molto critico. Si viaggia su un filo sottile e la guerra regionale allargata è sempre un rischio.
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