Nella sede del partito Fratelli d’Italia è stato trovato un disturbatore di frequenze per evitare le intercettazioni durante le riunioni
In via della Scrofa, presso la sede del partito Fratelli d’Italia, è stato trovato un disturbatore di frequenze che impedisce le intercettazioni fermando le onde radio dei cellulari. Un apparecchio facilmente acquistabile – anche su Amazon – ma che incuriosisce trovare – “da qualche tempo” scrive Il Foglio – nella sede di un partito. Il suo scopo è quello di impedire che possano emergere particolari dettagli durante le riunioni riservate a porte chiuse. La stessa Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio e leader del partito, aveva detto: “Siamo tutti ascoltati. C’è un grande disegno, un complotto. Ci controllano. Nel mirino c’è olo il centrodestra. E non da adesso. Ma da quando si è capito che saremmo andati al governo”.
Un timore di essere spiati e controllati che si espande anche ad alcuni membri di Palazzo Chigi, che sono stati etichettati come spioni, per la loro presunta tendenza di andare a raccontare ai giornalisti quel che accade e si dice. A conferma l’indagine su Equalize ha rivelato che: “Sin dall’inizio dell’inchiesta si è accertato che presso gli uffici si sono recati funzionari della presidenza del Consiglio dei ministri“. Quindi dei servizi segreti che si sono incontrati con il Superpoliziotto Carmine Gallo.
Il caso Foga415
A questo si aggiunge il giallo di Foga415. In particolar modo di un utente fittizio chiamato Lanza che stando a quanto riferiscono i carabinieri che indagano su Equalize sarebbe appartenente ad Aisi, l’Agenzia informazioni e sicurezza interna. Il suo nome sullo Sdi, l’archivio della polizia, è Foga415. Questo avrebbe fatto delle ricerche nel database e nelle carte dell’indagine milanese si parla anche di rapporti con servizi stranieri. In tal senso i carabinieri scrivono in un comunicato che: “Calamucci e Gallo hanno detto più volte di lavorare con numerosi servizi di intelligence stranieri”. Tra questi gli israeliani del Mossad filmati negli uffici di via Pattari.
Questi hanno poi aggiunto: “Il mercimonio d’informazioni con soggetti stranieri apparentemente appartenenti a servizi d’intelligence straniera rappresenta un corto circuito”dal momento che dati indisponibili e appartenenti al patrimonio informativo e di sicurezza dello Stato, vengono messi a disposizione di terzi in assenza di un mandato istituzionale o dei reciproci rapporti tra intelligence di Paesi amici. Ad oggi infatti non sono emerse deleghe o rapporti di natura stabile tra apparati dello Stato italiano (le sue articolazioni di intelligence) e il gruppo di via Pattari”.