Nel suo discorso, Trump ribadisce l’importanza dell’intervento americano per la pace in Ucraina, criticando anche Zelensky e i leader europei
Il presidente Trump ha fatto il punto sulla guerra tra Russia e Ucraina, dicendo tutto (e il contrario di tutto). L’uomo al comando degli Stati Uniti come al solito non si è fatto remore nell’esprimere i propri pensieri. Così, dopo una lunga telefonata con Putin e un ulteriore colloquio di un’ora con Zelensky, ha cercato di dipingere un quadro in cui la fine del conflitto sembra possibile.
Trump ha anche fatto riferimento alla sua proposta già nota, secondo cui, per “equilibrare” le trattative, avrebbe chiesto all’Ucraina di consegnare l’equivalente di 500 miliardi di dollari in terre rare. Secondo il presidente degli Stati Uniti, questa mossa sarebbe un modo per “ripagare” il suo Paese per il supporto militare offerto in passato.
Naturalmente, nel discorso non sono mancate critiche al leader ucraino, già in passato definito “un dittatore non eletto” e “un comico modesto con un indice di popolarità fra gli ucraini del 4%” (salvo poi parlarne come di un “leader coraggioso“). Trump ha dichiarato che Zelensky “non ha carte in regola” nei negoziati di pace, tanto da suggerire che la sua presenza in tali tavoli non sia essenziale.
Nel suo discorso Trump ha ribadito che la strada verso la pace sarebbe tracciata non solo dai negoziati tra Russia e Ucraina, ma anche dal coinvolgimento personale degli Stati Uniti. “Non credo che la guerra possa finire senza il mio intervento diretto“, ha detto, lasciando intendere che, a suo parere, il dialogo deve passare per i vertici americani.
Una dichiarazione che porta con sé anche una critica (nemmeno troppo velata) ai leader europei, in particolare verso Emmanuel Macron e Sir Keir Starmer. A suo giudizio, infatti, il presidente francese e il primo ministro britannico Sir Keir Starmer “non hanno fatto nulla” per porre fine alla guerra in Ucraina, in vista delle loro visite alla Casa Bianca la prossima settimana.
Nonostante le critiche, pure in questo caso Trump ha usato la tecnica di “carota e bastone”. Ha infatti anche elogiato i leader europei nella sua intervista, sottolineando di considerare Macron un “amico” e definendo il primo ministro britannico un “bravissimo ragazzo“.
Si prevede adesso che il presidente francese visiti Washington lunedì, mentre Sir Keir sarà lì giovedì. All’inizio di questa settimana, il primo ministro britannico ha dichiarato di essere “pronto e disposto” a inviare truppe britanniche in Ucraina per contribuire a garantirne la sicurezza, come parte di un accordo di pace.
La narrazione di Trump si inserisce in un quadro più ampio. Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, l’Occidente ha imposto oltre 20.000 sanzioni, e la maggior parte delle nazioni europee ha stretto accordi per sostenere Kiev. Tuttavia, Trump ribadisce che il percorso per la pace rimane impervio, e che solo il suo intervento (insieme a quello dei suoi alleati) potrà convincere Putin a fermare l’aggressione.
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