Trump Presidente: un ritorno dirompente con il “pugno di ferro”

Trump sta per insediarsi alla Casa Bianca con una ricca agenda politica che si preannuncia più radicale della precedente. 

Il 20 gennaio 2025, Donald Trump potrebbe fare il suo ritorno alla Casa Bianca, pronto a “salvare l’America” con un’agenda politica che si preannuncia più radicale di quella del suo primo mandato. Il magnate, che ha vinto le elezioni con una maggioranza significativa, sembra determinato a implementare una serie di riforme destinate a trasformare la politica estera, la sicurezza nazionale e la politica economica del paese, con l’intenzione di riportare gli Stati Uniti a un “periodo d’oro” che – secondo Trump – sarebbe stato perduto sotto l’amministrazione Biden.

Trump si insedia a gennaio
Trump si prepara al suo ritorno alla Casa Bianca Cityrumors.it foto ANSA

Nonostante la sua carriera sia segnata da scandali, procedimenti legali e due impeachment, l’ex presidente ha trionfato alle urne, alimentando il suo messaggio di “lotta contro l’establishment” e “salvezza della nazione”. Le sue dichiarazioni sul prossimo mandato sono piene di promesse di radicali cambiamenti, con l’obiettivo di mettere a segno una presidenza storica. Le sue parole lasciano intravedere il progetto di una politica più aggressiva e un utilizzo massiccio dell’autorità esecutiva, portando con sé una serie di riforme che potrebbero rimodellare in modo definitivo gli Stati Uniti.

Trump: vendetta contro il “Deep State”, immigrazione e il piano Energia

Trump ha annunciato che una delle prime azioni della sua nuova amministrazione sarà un’ampia pulizia del Dipartimento di Giustizia. In particolare, Trump ha indicato Jack Smith, il procuratore speciale che lo ha incriminato, come uno dei principali obiettivi della sua vendetta. “La vendetta non significa mettere in prigione, ma licenziare metà del Dipartimento di Giustizia”. Così ha dichiarato un ex collaboratore di Trump.

L’immigrazione sarà, ancora una volta, una delle questioni centrali della politica di Trump. Tra le misure più controverse vi è la deportazione di milioni di migranti senza documenti. Un piano che Trump ha definito il “più grande programma di deportazione della storia americana”. La sua promessa di estendere i procedimenti di deportazione rapida, senza possibilità di appello, sta già creando timori.

La costruzione del muro al confine con il Messico, la revoca della cittadinanza automatica per i figli di immigrati senza documenti e il rafforzamento del “muslim ban” sono solo alcuni degli interventi che il nuovo presidente intende applicare. L’obiettivo dichiarato di Trump è di smantellare completamente l’”imperialismo del governo federale”, cercando di ridurre l’immigrazione e rafforzare la sicurezza nazionale a scapito della tradizione di accoglienza che ha contraddistinto gli Stati Uniti per secoli.

L'agenda di Trump
Una ricca agenda piena di scenari radicali Cityrumors.it foto ANSA

Sul fronte energetico, Trump ha già annunciato che intende revocare le politiche ambientali di Joe Biden, accusate di danneggiare l’industria americana. “Drill, baby, drill” sarà il suo slogan per rilanciare l’industria petrolifera, incoraggiando una maggiore trivellazione e produzione di combustibili fossili. Questo approccio si tradurrà probabilmente in una ripresa dei progetti di estrazione di petrolio e gas su larga scala, senza alcuna considerazione per le politiche globali sul cambiamento climatico, in particolare l’accordo di Parigi.

Inoltre, Trump si è già dichiarato pronto a smontare i progetti di sviluppo dell’energia eolica e a cancellare le normative sulle emissioni di CO2. La sua priorità è un ritorno al fossile, con l’intento di sostenere l’economia americana a discapito delle politiche climatiche globali.

Trump e la “nuova America”: tra speranze e timori

La presidenza di Trump, che si propone di essere un’epoca di grandi cambiamenti, sta già dividendo il paese. Da un lato, ci sono coloro che lo vedono come il salvatore di un’America in declino, pronta a restituire potere e prosperità alla nazione. Dall’altro, c’è una crescente preoccupazione su come le sue politiche radicali, soprattutto in ambito sociale e ambientale. Queste potrebbero spingere il paese verso l’isolazionismo, l’autoritarismo e una possibile recrudescenza di tensioni interne.

 

 

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