Le parole di Trump che ridisegnano molti scenari legati alla geopolitica: intanto Panama e Groenlandia nel mirino.
Nel suo primo discorso sullo Stato dell’Unione dopo la vittoria alle elezioni del 2024, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha delineato una visione ambiziosa e aggressiva della politica estera americana. Trump ha messo al centro due scenari strategici: il Canale di Panama e la Groenlandia.
Dopo anni di rivalitĂ con la Cina e una NATO sempre piĂą fragile, il presidente sembra intenzionato a ridisegnare gli equilibri globali, riportando gli Stati Uniti al centro della scena internazionale con un mix di nazionalismo economico e assertivitĂ geopolitica. Se il discorso si tradurrĂ in azioni concrete, il mondo potrebbe assistere a una delle piĂą audaci mosse geopolitiche della storia recente.
Tra le dichiarazioni più forti della serata, Trump ha affrontato il tema del controllo del Canale di Panama. Uno snodo vitale per il commercio globale e l’economia americana. “Non l’abbiamo dato alla Cina, l’abbiamo dato a Panama e ce lo stiamo riprendendo”. Così ha affermato con tono deciso, sottolineando la necessità di riaffermare il dominio statunitense su un’infrastruttura chiave, dopo anni di crescente influenza cinese nella regione. La dichiarazione potrebbe preludere a un’azione diplomatica o addirittura economica mirata a rafforzare la presenza americana nell’area.
Se il Canale di Panama rappresenta una questione di commercio e influenza marittima, la Groenlandia si impone come fulcro della sicurezza nazionale e internazionale. Trump ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti all’autodeterminazione della popolazione groenlandese, aprendo alla possibilità di un futuro ingresso della regione nell’orbita americana. “Sosteniamo fermamente il diritto dei cittadini della Groenlandia a determinare il proprio futuro e, se lo desiderano, diamo il benvenuto negli Stati Uniti d’America”, ha dichiarato.
Le parole del presidente rievocano il precedente tentativo della sua amministrazione di acquistare l’isola dalla Danimarca nel 2019, proposta allora accolta con scetticismo. Oggi, in un contesto geopolitico più instabile e con la crescente militarizzazione dell’Artico, il discorso di Trump potrebbe segnare una rinnovata strategia di espansione americana.
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