In merito al settore riguardante il turismo è intervenuto Flavio Briatore: l’imprenditore ne ha parlato in una intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’
In occasione dell’Atreju 2023 è intervenuto come ospite anche Flavio Briatore. Moltissimi sono stati i temi trattati dal noto imprenditore. Soprattutto per quanto riguarda il turismo. Un settore che sta avendo non poche difficoltà. Ne è consapevole lui stesso. Ne ha parlato in una lunga intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera‘ dove ha espresso i suoi pensieri.
Queste sono alcune delle sue parole: “Inutile girarci attorno, la realtà è questa. In Italia la burocrazia è insormontabile. Diventa tutto difficile tra commissioni, divieti e vincoli. Il turismo ne sta risentendo. O ci raccontiamo delle storie o siamo realisti. Siamo al quinto o sesto posto. Come la Turchia, la Grecia ci ha superato. Avete mai sentito dire a qualcuno che va in vacanza in Germania? Anche loro sono al nostro livello. I numeri parlano chiaro, i turisti si fermano di meno qui“.
Poi ha continuato dicendo: “Con i social media se tu freghi un turista, lui lo scrive e lo sa tutto il mondo. Dobbiamo avere più rispetto. Dobbiamo cambiare e abolire tanti passaggi burocratici. Quando fai l’operatore crei posti di lavoro e abbatti la povertà. L’imprenditore va aiutato. Il governo Meloni lo vuol fare, poi c’è la parte burocratica e comunista che blocca tutto. Un sacco di gente rema contro“.
Turismo, Briatore: “Prendiamo esempio da Paesi più avanti”
Sulla questione del suo nuovo locale a Cortina ha ribadito: “Si tratta del solito chiacchiericcio, ovvero i rosiconi e gelosi. Una volta aperto abbiamo avuto un grande successo. Il prodotto è piaciuto e sono tutti contenti. Da 20 anni in quel posto non si fa nulla. Ora stanno ristrutturando dei buoni alberghi, arrivarci è difficile. L’ideale sarebbe avere un aeroporto a 30-40 minuti. Poi trovi qualcuno che dice di ‘no’ e ti fa la guerra“.
Poi lancia la provocazione: “Nel turismo dobbiamo fare come si fa a Dubai o in Paesi che sono molto avanti. Lì è stata fatta una grandissima operazione di real state e food and beverage. Ci sono 160 alberghi a 5 stelle, 20 fa non c’era niente. Operare lì è molto semplice: presenti un progetto, te lo approvano e parti. A differenza dell’Italia che è un Paese complicato“.
In conclusione spiega: “Abbiamo un patrimonio culturale ricco, ma le opere d’arte restano nelle cantine. Apriamo più musei e per esempio mettiamo delle corsie preferenziali: una per i ragazzi che possono aspettare e pagano di meno, e una per chi non ha tempo, non può passare mezza giornata in coda e paga di più per entrare subito. Facciamo vedere i quadri invece di tenerli in cantina. Facciamo cose che diano valore aggiunto al nostro Paese“.