Nel corso di una perquisizione un poliziotto rimane ucciso da uno sospettato: colleghi indagati di tradimento
Una perquisizione fatale quella svolta lunedì mattina da una squadra di polizia presso Rue de L’étang a Lodelinsart, luogo dell’abitazione del sospettato Ricardo Gomez. L’uomo era finito nel mirino delle autorità nel corso di un’indagine che lo imputava dei reati di associazione a delinquere e traffico di droga, veicoli e armi. Il giudice istruttore aveva emesso sul suo conto molti mandati di perquisizione, ma solo l’ultimo era stato seguito con un’azione concreta e ben studiata. Stando a quanto spiegato dal procuratore Vincent Fiasse in conferenza stampa, era necessaria: “una sicurezza rafforzata, tenendo conto del profilo del sospettato“. Ma non sarebbe bastato.
Secondo quanto riportano i media locali, gli agenti sarebbero giunti sul posto intorno alle 6.30 e al momento del loro ingresso nella casa sarebbero partiti numerosi colpi di pistola da dietro la porta. Gomez avrebbe scaricato l’intero caricatore addosso a uno degli uomini, colpendolo mortalmente. L’assassino sarebbe stato arrestato subito dopo l’arrivo dei rinforzi, mentre i due colleghi sopravvissuti sono stati ritrovati feriti e ora starebbero lottando tra la vita e la morte. Le indagini svolte nelle ore successive, però, avrebbero portato all’emersione di uno scenario drastico, all’interno del quale si sarebbe consumato un grave tradimento.
Le indiscrezioni provenienti dal Belgio raccontano di un presunto accordo tra tre poliziotti e il criminale. Una serie di prove emerse ha comportato l’arresto dei sospettati che si trovano ora presso le carceri di Haren, Nivelles e Namur. La loro è una supervisione particolare che l’isolamento dagli altri detenuti, onde evitare che possano avere dei contatti per loro pericolosi. Basti pensare, infatti, che uno di questi è conosciuto come ‘Barbas’. Soprannome ‘guadagnato’ per il numero di spacciatori arrestati. Sufficiente per essere preso di mira dagli altri carcerati. I loro orari, scrive hln.be, sono diversi rispetto ai reclusi: godono dell’ora d’aria quando gli altri sono in cella e viceversa.
Una guardia carceraria, incaricata del controllo di uno dei tre poliziotti, ha spiegato: “Se devono attraversare il carcere, ci assicuriamo che non incontrino nessuno. Per evitare che si facciano del male, le loro cellule vengono controllate ogni quindici minuti. Possono ricevere visite limitate dal loro avvocato, partner e altri membri della famiglia“. In attesa dello sviluppo dell’inchiesta, Dutroux – così si chiama l’agente di grado più alto, e gli altri resteranno dietro le sbarre. Quanto emerso negli scorsi giorni è stato sufficiente per procedere con l’incarcerazione, starà ai loro legali operare in modo tale da riuscire a garantirgli la libertà.
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