La morte di Ismail Haniyeh, leader di Hamas, alza ancora di più la tensione contro Israele. L’Iran minaccia Tel Aviv dopo quanto successo.
Israele ha raggiunto uno degli obiettivi della guerra contro Hamas, ma ora il conflitto rischia di diventare ancora più. Come da Bertolotti, tra le priorità di Tel Aviv c’era quella di eliminare militarmente la forza palestinese e l’uccisione del capo politico rappresenta un passo verso il traguardo che si era prefissato Netanyahu.
Come riferito dall’Ansa, nella notte tra il 30 e il 31 luglio un missile israeliano ha colpito la residenza di Ismail Haniyeh a Teheran. Per il leader di Hamas non c’è stato niente da fare. I sanitari hanno potuto constatare solamente il decesso. Un raid che però apre a scenari diversi: la pace si allontana e il rischio è quello di dover fare i conti con una guerra molto più ampia rispetto a quella che abbiamo visto fino ad ora.
Ucciso il leader di Hamas: si allontana la pace
La morte del leader di Hamas allontana la tregua e la pace. I militari palestinesi potrebbero reagire a quanto successo nella notte e la TV di Stato iraniana ha confermato la possibilità di una rappresaglia da parte dei gruppi sostenuti dell’Iran nella regione. Una situazione, quindi, che sembra essere peggiorata e non escludiamo dei nuovi attacchi contro il Paese israeliano.
Come riferito da Iran International, a Teheran in queste ore sta tenendo una riunione di emergenza del Consiglio supremo di sicurezza nazionale per fare un punto della situazione e capire come muoversi dopo la mossa assolutamente a sorpresa fatta da Israele.
Le reazioni degli altri Paesi alla morte di Haniyeh
La morte di Haniyeh ha provocato la reazione degli altri Paesi. La Turchia ha subito condannato quanto successo e chiesto di fermare Israele per evitare un conflitto ancora più ampio di quello in corso. Anche la Russia ha duramente criticato Tel Aviv per questo raid in Iran.
Posizione diversa, invece, per gli Stati Uniti. Lloyd Austin, segretario alla Difesa americano, ha confermato la propria volontà di aiutare Israele in caso di attacco da parte di altri Stati. Per l’esponente del governo di Biden una guerra più ampia in Medio Oriente non è assolutamente inevitabile. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni, ma la tensione è molto alta e il rischio è quello di dover fare i conti con una situazione più grave rispetto a quella di ora.