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Ucciso per una forchetta di plastica: il clamoroso caso che sconvolge la Polizia

Un uomo è stato ucciso dalla polizia, convinta che stesse armeggiando un pugnale o un oggetto pericoloso. La realtà era ben diversa. 

Incredibile, ma vero. Un uomo è stato ucciso dalle forze dell’ordine durante un blitz. I militari erano stati chiamati da alcuni vicini che si erano allarmati dopo aver visto una persona entrare con fare minaccioso all’interno di un edificio. La sparatoria che ne è seguita è stata la tragica conseguenza di una serie di incomprensioni che si sono succedute nel giro di pochi, fatali, istanti. La polizia temeva che l’uomo stesse pianificando un attacco terroristico e convinti che avesse in mano un’arma e dopo aver ripetutamente chiesto al presunto attentatore di tornare sui suoi passi, ha fatto fuoco.

Dal video diffuso dalla Polizia si vede un uomo tenere in mano qualcosa. I poliziotti hanno pensato ad un’arma – Cityrumors.it

Ma la vittima non aveva in mano nessun arma: con se aveva portato semplicemente una forchetta di plastica. La vicenda ha creato scalpore e malcontento nella popolazione e mette ancora una volta in cattiva luce l’operato delle forze dell’ordine, già al centro di numerose vicissitudini e problematiche. La famiglia della vittima ha infatti deciso di intraprendere un’azione legale, per andare a fondo alla questione e cercare di avere giustizia.

Tutto è accaduto a Los Angeles. Il dipartimento di Polizia ha mostrato il filmato di una telecamera che mostra un agente sparare e colpire a morte un uomo, che teneva in mano una forchetta di plastica. Le forze dell’ordine si erano recate in un edificio nella zona di Skid Row, nel centro di Los Angeles, il 3 febbraio intorno alle 14:20. Una persona che ha parlato con un operatore del 911 ha detto che un uomo, poi identificato come Jason Lee Maccani, 36 anni, di Camarillo, è entrato in un magazzino con quello che sembrava un bastone o un arma e ha iniziato a “diventare aggressivo”.

La chiamata e l’arrivo della Polizia: i secondi della tragedia

La persona che ha chiamato il pronto intervento ha dichiarato di aver visto un uomo, probabilmente un senza tetto che, armato di un bastone e che indossava una camicia marrone, dei jeans blu e un cappello rosso, stava entrando con fare minaccioso all’interno di un grosso edificio: un magazzino. Dopo essere arrivati sul posto, gli agenti hanno parlato con il “chiamante” che ha riferito loro che l’uomo era entrato nel quarto piano dell’edificio, ed aveva accesso “a oggetti appuntiti e oggetti metallici”. I sette poliziotti sono saliti al piano in questione e dal corridoio hanno ordinato a Maccani di uscire dall’unità con le mani alzate. Le immagini delle telecamere hanno ripreso tutta la scena. Il sospettato è uscito dal luogo in cui si trovava e dopo aver visto gli agenti, ha alzato le mani. Poi, dopo la richiesta di girarsi e di camminare all’indietro (eseguita da Maccani), accade qualcosa che fa cambiare la situazione.

Il sospettato si ferma, guarda gli agenti e inizia a camminare velocemente verso di loro, abbassando le mani.  Un agente spara a Maccani con un proiettile di gomma, ma quest’ultimo continua a camminare ancora verso di loro. Incrocia le braccia contro il petto e si vede un oggetto bianco stretto nella mano destra. Il video di sorveglianza di una telecamera nel corridoio mostra un agente che spara due colpi a Maccani da un fucile. Il sospettato viene poi ammanettato e messo sulla schiena, mentre uno degli agenti inizia a fare  le compressioni toraciche. Sulla sua fronte si vede del sangue.

La forchetta che l’uomo teneva in pugno e che i poliziotti avevano scambiato per un’arma, uccidendo il sospettato – Cityrumors.it

I paramedici dei vigili del fuoco di Los Angeles sono intervenuti e hanno portato Maccani in un ospedale locale, dove è stato curato per la ferita da arma da fuoco, ma in seguito è stato dichiarato morto. Sulla scena, la polizia ha stabilito che l’oggetto bianco che Maccani teneva in mano era una forchetta di plastica, non un coltello o un cacciavite, come pensavano gli agenti, secondo il racconto del capitano della polizia di Los Angeles Kelly Muniz. Il poliziotto che ha sparato a Maccani è stato  identificato dalla polizia di Los Angeles come Caleb Garcia-Alamilla, recentemente assunto, che è stato assegnato alla divisione centrale.

La vittima soffriva di disturbi mentali

L’uomo rimasto ucciso era sposato ed in passato era stato un giocatore di Football. Aveva conseguito una  laurea in ingegneria meccanica. Ha lavorato nel suo campo di studio oltre a insegnare yoga e a intraprendere “molte altre attività orientate alle persone”. Sembrava destinato ad una vita felice con la sua famiglia, prima che iniziassero a manifestarsi dei disturbi di personalità. Era in cura da anni, ma non è mai riuscito a risolvere le sue problematiche. Il fratello Mike Maccani, in un’intervista rilasciata al Los Angeles Times ha dichiarato che “ha vissuto un periodo caratterizzato dalla bipolarità e probabilmente in cui maledetti secondi stava lottando contro se stesso”. “Non è mai stato violento”, ha detto – e la descrizione fatta di lui, come di un uomo che poteva recare pericolo a qualcuno, è qualcosa che non posso accettare”.

Da quando è stata scoperta la verità e la popolazione è venuta a conoscenza del fatto che Maccani non era armato, ma che è stato colpito e ucciso a causa di una forchetta di plastica, è aumentato il malumore della popolazione, pronta a protestare in modo veemente contro le forze dell’ordine. Michael Moore, il capo del dipartimento di polizia di Los Angeles, ha detto di “essere molto preoccupato per le reazioni della cittadinanza”. La famiglia di Maccani ha assunto un avvocato e sta valutando un’azione legale nei confronti delle forze dell’ordine. “Vogliamo andare fino in fondo. L’uso della forza è stato esagerato e questo episodio li ha ampiamente dimostrato”.

 

Paolo Colantoni

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