Da una parte gli attacchi della Russia, dall’altra la crisi politica che sta investendo il governo guidato da Zelensky. Momento non facile per Kiev
Nelle scorse settimane avevamo assistito ad una offensiva dell’Ucraina che sembrava aprire ad uno scenario diverso della guerra rispetto a quanto vissuto negli ultimi mesi, ma quanto sta succedendo in questi giorni riporta Kiev a doversi difendere non solo dagli attacchi russi, ma anche da una crisi politica che potrebbe complicare e non poco la situazione.
È notizia ormai di qualche ora fa la decisione del ministro degli Esteri Kuleba di dimettersi. La decisione del passo indietro è stata presa dopo il drammatico attacco della Russia contro Poltava (almeno 50 morti) e in seguito anche alle parole del presidente Zelensky che annunciavano dei cambiamenti. Il leader ucraino in suo discorso serale aveva chiesto “novità dalla politica interna ed estera. Bisogna avere una maggiore interazione tra le comunità locali e le autorità centrali“. Dichiarazioni che hanno portato uno dei protagonisti di questa guerra a rassegnare le dimissioni.
Kiev, si va verso un rimpasto di governo
Le dimissioni di Kuleba sono state le prime di una lunga serie. Il portavoce del presidente Zelensky ha parlato di un rimpasto che coinvolgerà oltre il 50% del governo. Come riportato dall’Adnkronos, ad oggi, oltre naturalmente al ministro degli Esteri, hanno annunciato di lasciare l’esecutivo anche il titolare delle Industrie strategiche Kamishin, della Giustizia Maliuska, dell’Ambiente e delle Risorse naturali Strilets e il direttore del Fondo per le proprietà statali Kova.
Ma non è assolutamente finita qui. Sono pronte a rassegnare le dimissioni le vicepremier Stefanishyna e Vereshchuk, che rispettivamente sono anche responsabile dell’integrazione europea e dei rifugiati.
Non si fermano gli attacchi della Russia
In piena crisi di governo gli attacchi della Russia non si fermano. I missili su Poltava hanno provocato la morte di 50 persone e in queste ultime ore Mosca ha colpito la città di Leopoli. Secondo le prime informazioni, citate dall’Adnkronos, sono almeno sette i civili che hanno perso la vita, tra cui tre minori, e 38 i feriti.
Ma nella notte appena trascorsa ci sono state esplosioni anche a Kiev, Sumy, Lutsk, Rivne e Kryvyi Rih. In quest’ultima città sono cinque le persone rimaste ferite e ricoverate in ospedale, ma le loro condizioni non sembrano essere gravi. Una guerra che sembra nuovamente essere entrata nel vivo dopo una estate di attesa.