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Ucraina, il numero dei dispersi è in continua crescita: le testimonianze shock

Dall’inizio del conflitto in Ucraina è salito il numero dei dispersi. Dall’ansia delle famiglie alle storie di chi, dato per morto, è stato miracolosamente ritrovato

A due anni dall’inizio della guerra in Ucraina, i numeri del conflitto sono impietosi. Kiev sta vivendo il momento più difficile, tra lo scoramento delle truppe, la perdita di alcuni territori chiave e la continua richiesta di aiuti agli alleati, diventa sempre più complicato guardare al  futuro con ottimismo. Zelensky ha incontrato negli ultimi giorni gli alleati storici e domani sarà presente in videoconferenza al G7.

Il numero dei dispersi in Ucraina è in continuo aumento – Cityrumors.it

L’Ucraina sembra essere in difficoltà. Un particolare evidenziato dai dati pubblicati dalla Polizia Nazionale: dall’inizio del conflitto sono oltre 30.000 le persone scomparse nel territorio ucraino. Tra loro ci sono militari, civili e bambini. Decine di migliaia di persone hanno fatto perdere le loro tracce, risultando scomparse. Le famiglie vivono una costante e preoccupante incertezza. Uno strazio continuo tra la disperata ricerca di qualsiasi traccia dei loro cari scomparsi e la voglia di non arrendersi ad una situazione che sembra delineata. Per molti, questa angosciante ricerca è durata per tutta la durata della guerra. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa afferma che dal febbraio 2022 il suo team è stato contattato più di 100.000 volte da famiglie alla ricerca dei loro cari.

“Gli avevo detto di non andare in battaglia”

Le storie raccontate dall’Associated Press (che porta testimonianze dirette dal territorio) sono terribili: su tutte quelle di Iryna Reva, che da tempo cerca suo figlio Vladyslav, 25 anni. Le ultime foto che conserva gelosamente sul suo telefonino sono del figlio, soldato volontario, scomparso da 19 mesi. Le ultime notizie arrivano dalle battaglia di Donetsk: da quel giorno sulla sorte di Vladyslav è sceso il silenzio. Secondo i dati pubblicati dagli agenti di Polizia nazionale, negli ultimi 24 mesi sono state dichiarate scomparse più di 30.000 persone. “Fino ad oggi, sto cercando mio figlio”, ha detto Reva. “Per me è vivo. A prescindere dalle circostanze, non ci sono prove che sia morto“. L’ultima volta che Reva ha parlato con suo figlio, lo ha pregato di non partecipare alla battaglia del mattino successivo. “Non andare, di’ che ti fa male il braccio”, gli disse al telefono. “Mamma, mi dispiace. Ti voglio molto bene”, rispose Vladyslav. “Vado in battaglia. Non so se tornerò”. “Non mi farò sentire. Prega”, sono state le sue ultime parole.

Tra i dispersi ci sono soldati come Vladyslav persi sul campo di battaglia, ma anche numerosi civili e bambini scomparsi in diverse circostanze. Le testimonianze raccolte sono evidenti: preoccupazione, ansia e voglia di non arrendersi, prevalgono sulla rassegnazione. Inna Usenko ha lasciato la sua città natale di Mariupol per un viaggio di lavoro il giorno prima dell’inizio della guerra nel 2022. Ha perso i contatti con suo fratello, Herman Sikorskyi, il 1° marzo, mentre la Russia assediava la città orientale e migliaia di civili erano intrappolati. Alcune settimane dopo, un attacco aereo russo ha colpito la casa in cui viveva. “Non so cosa pensare, se sia vivo o meno”, ha detto. “Capisco perfettamente che se fossi stata lì, sarebbe venuto da me e forse qualcosa sarebbe stato diverso, quindi mi sento sempre in colpa”. Nel tentativo di ritrovare il fratello, Usenko ha presentato una denuncia di scomparsa alle autorità di occupazione, alla Federazione Russa e alla Croce Rossa Russa. Da casa sua, che ora si trova in Spagna, è venuta in Ucraina per presentare una denuncia alla polizia e fornire il DNA alle autorità ucraine. Nonostante gli sforzi, nessuna delle due parti è stata in grado di fornirle informazioni. “Vorrei, ovviamente, credere che sia vivo”, ha detto Usenko, aggiungendo che l’incertezza non solo la opprime, ma colpisce anche gli amici più stretti, i parenti e i figli di lui.

I militari ucraini impegnati nel conflitto – Cityrumors.it

Il Dna per ritrovare i dispersi

I dati pubblicati dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, sono significativi e fotografano alla perfezione la situazione: dal febbraio del 2022 sono state più di 100.000 le chiamate ai numeri di emergenza. La stragrande maggioranza era di famiglie che cercavano disperatamente i loro cari. “Questo non significa centomila persone scomparse. Ma questo dà un’idea della quantità di sofferenza che questo crea da entrambe le parti”, ha detto Achille Després, portavoce del CICR a Kiev. Per i parenti in cerca di informazioni, la ricerca ufficiale inizia spesso con l’invio di un campione di DNA. Andrii Levytskyi, capo della scientifica presso il principale dipartimento investigativo della polizia nazionale, ha dichiarato che sono stati raccolti ed elaborati più di 18.000 campioni di DNA di parenti di militari e civili. Il DNA è un elemento fondamentale per stabilire lo status della persona scomparsa, soprattutto se si tratta di un militare. Anche se i commilitoni dicono di aver assistito a un soldato ucciso in battaglia, non è sufficiente per confermare la morte, ha detto Petro Yatsenko, capo dell’ufficio stampa del Comando di coordinamento per il trattamento dei prigionieri di guerra. “Finché non avremo il corpo, finché non avremo l’analisi del DNA, questa persona avrà lo status di disperso”, ha detto.

Le buone notizie: i soldati dati per morti e ritrovati

La notizia positiva è che alcuni soldati (dati per dispersi), sono stati poi ritrovati, nonostante le testimonianze di alcuni compagni di battaglia che avevano detto di averli visti perire durante gli scontri. Negli ultimi due anni sono nati numerosi progetti di volontariato per aiutare la ricerca di persone scomparse, spesso come ultima risorsa per i parenti che non ricevono informazioni ufficiali dalle autorità. Mariia Reshetova, che gestisce il progetto di ricerca degli scomparsi nell’ambito della Fondazione Kateryna Osadcha, ha dichiarato di avere circa 1.000 casi aperti e di averne già chiusi centinaia. Ha detto che, pur ricevendo nuove domande ogni giorno, l’afflusso è diminuito rispetto ai primi mesi di guerra, quando il progetto è stato lanciato. Tuttavia, la geografia dei civili scomparsi non è cambiata. 

I casi provengono sia dalle regioni liberate, come Kiev, sia da quelle ancora occupate. Molti casi aperti riguardano persone scomparse a Mariupol. “Non si può smettere di cercare… perché c’è sempre la possibilità di trovare qualche informazione”, ha detto Reshetova. Il marito di Tetiana Khvostenko, Oleh, è stato visto per l’ultima volta nell’estate del 2022 nella città occupata di Dniprorudne, nella regione di Zaporizhzhia, quando i militari russi lo hanno fermato mentre andava a prendere la sua auto. Da quel momento è scomparso. I parenti di Oleh, che sono rimasti nel territorio occupato e non possono essere nominati per motivi di sicurezza, hanno cercato di ottenere informazioni sul motivo del suo fermo. “Per 36 anni ho avuto un uomo al mio fianco. E ora non c’è più. È come essere senza un braccio o una gamba, non lo so. È difficile”, ha detto Tetiana. I Khvostenko sperano che Oleh sia vivo, forse detenuto come migliaia di altri civili provenienti dai territori occupati e rinchiusi senza accuse nelle carceri russe e nelle aree dei territori sequestrati, come ha scoperto un’inchiesta dell’Associated Press condotta lo scorso anno.

Paolo Colantoni

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