Attacchi aerei russi sulla città di Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina: tra le vittime anche una bambina che si trovava in un parco giochi.
A confermare i raid è stato il sindaco della città, Igor Terekhov. Il bilancio complessivo al momento è di quattro vittime. Altre tre persone sono morte nell’incendio di un palazzo colpito nel distretto industriale della città. Secondo le prime ricostruzioni la piccola si trovava nel quartiere Nemishlianskii. 28 persone sono invece rimaste ferite: al lavoro ci sono i servizi di soccorso. Sull’attacco russo è intervenuto anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha parlato di un attacco che avrebbe potuto essere evitato.
“Potevamo evitarlo – ha detto Zelensky – se le nostre forze di difesa avessero avuto la capacità di distruggere gli aerei militari russi nelle loro basi. Abbiamo bisogno di decisioni forti dai nostri partner per fermare questo terrore. Questa è un’esigenza assolutamente legittima. Non c’è una ragione razionale per limitare la difesa dell’Ucraina. Abbiamo bisogno di capacità a lungo raggio”. Il presidente ucraino vorrebbe il via libera da parte dei leader dell’Unione Europea di utilizzare le armi fornite non solo per la difesa ma anche per l’attacco.
Sul campo, intanto, il conflitto tra Russia ed Ucraina continua a muoversi sui fronti del Kursk e nel Donetsk. Nel Kursk, dove dal 6 agosto scorso è in corso un’incursione ucraina, le forze armate ucraine hanno avanzato di altri due chilometri. I militari ucraini hanno quindi preso il controllo di altri cinque chilometri quadrati in territorio russo. Molto complicata, invece, la situazione nell’Ucraina orientale. Il ministero della Difesa russo ha affermato di aver catturato tre piccole città: Novojelannè, Kostiantynivka e Synkivka.
Il villaggio di Novojelannè si trova a una ventina di chilometri a sud-est di Pokrovsk, importante snodo logistico, da diverse settimane obiettivo delle truppe russe che si avvicinano sempre di più. È polemica poi in Ucraina sulla vicenda dell’F-16 che lo scorso 26 agosto si è schiantato mentre respingeva un attacco russo, provocando la morte del pilota esperto ucraino Oleksiy “Moonfish” Mes. Secondo Maryana Bezuhla, deputata ucraina, l’aereo sarebbe stato abbattuto dal fuoco amico.
Infine, tiene banco il caso della visita del presidente russo Vladimir Putin a Ulan Bator, capitale della Mongolia, prevista per il 3 settembre prossimo, in occasione delle celebrazioni dell’85 anniversario della vittoria delle forze sovietiche e mongole sui giapponesi nelle battaglie di Khalkhin Gol. La Mongolia, stato membro della Corte penale internazionale dell’Aia, avrebbe l’obbligo di eseguire il mandato di arresto internazionale emesso contro Putin per presunti crimini di guerra. “Nessuna preoccupazione. – ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov – Abbiamo un meraviglioso dialogo con i nostri amici della Mongolia. Tutti gli aspetti della visita sono stati preparati a fondo”.
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