Con l’arrivo del nuovo anno ci saranno delle novità sulle tasse che andranno pagate per le criptovalute, ecco a quanto ammonteranno
Nel mondo di oggi il termine criptovalute è ormai appartenente al linguaggio comune. Esistono appassionati ed esperti, persone che hanno deciso di investire in questo nuovo mondo. C’è poi un’altra fetta che, invece, al contrario si chiede ancora oggi che cosa sono.
In tal senso, quando parliamo di criptovalute facciamo riferimento a una forma di valuta digitale che si basa sulla tecnologia blockchain. Quest’ultima conferisce alle cripto garanzie di sicurezza e trasparenza. Il loro concepimento ha lo scopo di fornire una via alternativa ai classici sistemi finanziari tradizionali, andando a eliminare la necessità di passare per mezzo di intermediari come possono essere banche o perfino governi, che di consueto gestiscono i nostri trasferimenti di denaro o di emissioni monetarie.
L’utilizzo della crittografia permette di proteggere le transazioni, controllando la creazione di nuove unità. Le transazioni che vengono fatte sono registrate su un registro digitale condiviso, chiamato blockchain, che non può essere manomesso e accessibilità totale, importante anche per garantire ulteriore fiducia alle transazioni che vengono fatte, oltre all’anonimato degli utenti.
Tanti vantaggi nell’utilizzo delle criptovalute, che però allo stesso tempo non sono esenti da rischi. Tutt’altro. L’uso illecito, la possibilità di essere vittima di frodi sono delle caratteristiche negative che non possono non essere prese in considerazione.
Le tasse sulle criptovalute
Anche le criptovalute sono soggette a tassazione. Nella Legge di Bilancio prevista per il prossimo anno era stato, in tal senso, richiesto un aumento della tassazione che, se approvata, avrebbe portato l’attuale quota dal 26% al doppio e quindi al 42%. La sua bocciatura ha fatto tirare un respiro di sollievo a chi ne beneficia.
Eppure, in vista del 2026 ci saranno delle modifiche. Seppur meno rilevante, tra due anni le tasse sulle criptovalute aumenteranno al 33%, eliminando – come riporta Sky Tg24 – la no tax area fino a 2mila euro e ampliando di conseguenza il bacino di utenti che saranno costretti a versare tali cifre.
Queste novità porteranno già dal 2025 un aumento negli incassi statali. Si parla di una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno ai 27 milioni di euro, con un ulteriore aumento che è previsto per il 2026, portandola a circa 34,3 milioni di euro, almeno secondo la relazione tecnica che accompagna il testo della Legge di Bilancio.
La proposta di alzare l’aliquota al 42% è stata ampiamente criticata, soprattutto considerando che la soglia media europea è intorno al 20%. Molti esperi hanno evidenziato come questa mossa avrebbe messo sotto un troppo forte stress il mercato delle criptovalute rischiando di peggiorare la posizione già compromessa dell’Italia per la sua attrattività internazionale.