Quasi il dieci per cento dei ragazzi presenta anomalie nel tracciato dell’elettrocardiogramma eseguito per il rilascio del certificato sportivo agonistico
Un recente studio condotto dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù ha evidenziato come molti ragazzi giovani di “sana e robusta costituzione”, che si sottopongono alla visita medico sportiva per svolgere una qualsiasi attività agonistica, presentano un elettrocardiogramma anomalo, che costringe ad accertamenti più accurati per prevenire eventuali problemi.
In Italia, con la scomparsa del medico scolastico e dell’obbligatorietà della leva militare, la figura del medico specialista in medicina dello sport è diventata fondamentale per valutare e tutelare la salute fisica dell’atleta. Ecco perchè per praticare una qualsiasi attività sportiva è necessario ottenere il certificato di idoneità sportiva.
Uno studio che allarma
Tenere il fisico in movimento e fare dello sport fin da quando si è giovani, aiuta a mantenersi in forma e a conservare poi una certa elasticità in età più matura, soprattutto se pensiamo al tenore di vita che conduciamo e allo stress a cui siamo sottoposti in ogni momento delle nostre giornate. Negli ultimi anni per svolgere una qualsiasi attività fisica sia a livello agonistico, sia a livello dilettantistico come quindi andare in palestra, in piscina o a giocare a padel saltuariamente, è richiesto il certificato di idoneità sportiva rilasciato da un medico specialista in medicina dello sport, un controllo utile anche per monitorare la nostra salute. Ecco perchè un recente studio dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, pubblicato sulla rivista ufficiale della Società Europea di Cardiologia Pediatrica, ha lanciato un grido d’allarme che fa riflettere oltre che allarmare tutte le famiglie italiane. Nel 9 per cento dei casi presi in esame su bambini e ragazzi fino ai 15 anni di età, il tracciato dell’ECG effettuato per ottenere il certificato presenta anomalie della ripolarizzazione ventricolare, la cosiddetta inversione dell’onda T.
Un dato elevato
L’elettrocardiogramma (ECG) rappresenta infatti il primo strumento di screening per individuare precocemente eventuali cardiomiopatie, o altre patologie, che possono aumentare il rischio di morte improvvisa anche in giovani atleti. Secondo lo studio che ha visto coinvolti 581 giovani atleti, con un età media 15 anni, per l’80% maschi, selezionati nell’arco di 18 mesi proprio per la valutazione dell’idoneità all’attività sportiva agonistica, ben 53, circa il il 9% appunto, presentavano inversione dell’onda T nell’elettrocardiogramma e per 17 di questi 53 ragazzi sono state riscontrate anche condizioni che hanno impedito, in via precauzionale, di ricevere l’idoneità alla pratica sportiva agonistica, come cardiomiopatie, miocarditi, ponti miocardici e anomalie coronariche. L’Onda T rileva in particolare la ripolarizzazione ventricolare, il cosiddetto “tempo di ricarica” del cuore. Normalmente la forma di questa Onda è positiva, con la curva verso l’alto rispetto all’asse orizzontale del grafico. Quando invece è negativa, può essere generalmente indice di possibili anomalie del muscolo cardiaco. Gli esperti ancora non hanno saputo dare una risposta a queste anomalie, tanto che i ragazzi in questione a distanza di 6/12 mesi sono stati di nuovo sottoposti a controlli e il più delle volte poi hanno ricevuto il via libera per svolgere l’attività fisica. “La probabilità che gli atleti agonisti abbiano una cardiomiopatia nascosta è bassa, ma non trascurabile. Lo screening elettrocardiografico, preliminare all’idoneità sportiva agonistica, si conferma dunque un’ottima opportunità per identificare precocemente cardiomiopatie e altre patologie che aumentano il rischio di morte improvvisa in giovani atleti apparentemente sani”, ha commentato Ugo Giordano, responsabile dell’Unità Operativa di Medicina dello Sport e ipertensione arteriosa dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.