È partita oggi da Trapani la nave di Ispra che nei prossimi due anni indagherà 79 montagne sottomarine italiane.
Tra le prime strutture che verranno studiate c’è il complesso vulcanico sottomarino Cimotoe, al largo di Pantelleria. L’imbarcazione dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale è diretta proprio lì. I monti sottomarini nei mari italiani censiti, come già accennato, sono 79 e vanno dai 200 fino ai 2mila metri di profondità, per una superficie planare complessiva di oltre 13mila chilometri quadrati. Si tratta di aree mai monitorate prima, alcune quasi completamente sconosciute. Un’impresa tecnologica e scientifica senza precedenti in Italia, che rientra nell’ambito del progetto Mer (Marine Ecosystem Restoration) finanziato dal Pnrr.
L’iniziativa prevede l’impiego di strumentazioni avanzate e di un team multidisciplinare di esperti per studiare e proteggere habitat marini di straordinaria biodiversità. I mari italiani ospitano circa un centinaio di strutture sommerse, la maggior parte delle quali sono localizzate nel mar Ligure e nel mar Tirreno. A parte numerosi rilievi geomorfologici, esistono pochissime informazioni relative alla biodiversità di questi ambienti. Nonostante il loro grande potenziale biologico ed ecologico, finora non era mai stato condotto uno studio su grande scala per studiare le montagne sottomarine (seamount).
Le vette sommerse che emergono fino ad anche 2.500 metri dal fondo marino creano ambienti unici. Qui correnti turbolente favoriscono la proliferazione di grandi colonie di coralli e spugne. Queste formazioni biologiche sono alla base di ecosistemi complessi che sostengono un’ampia varietà di specie, tra cui pesci di profondità, crostacei, cefalopodi, squali, plancton gelatinoso. La loro fragilità li rende vulnerabili alle attività di pesca, in particolare quando reti e attrezzi da pesca si impigliano danneggiando irreversibilmente questi delicati habitat.
Montagne sottomarine, la vulnerabilità degli habitat
Il progetto si focalizza sulla mappatura degli habitat profondi e sulla caratterizzazione della biodiversità marina di grandi profondità presente su queste montagne sottomarine. Verrà valutato il grado di vulnerabilità e lo stato di conservazione, oltre che fornire indicazioni sui cambiamenti climatici in corso. Infatti, le eventuali modifiche di questi habitat, possono fornire informazioni utili sui cambiamenti delle condizioni oceanografiche sul lungo periodo. Nella prima fase dell’operazione verranno acquisiti dati e poi interpretati per generare dei modelli tridimensionali per capire la conformazione geomorfologica nel suo complesso.
A partire da gennaio, queste prime elaborazioni saranno utili per la fase successiva del monitoraggio che prevede l’uso di un robot sottomarino in grado di effettuare rilievi visivi in tempo reale degli ecosistemi profondi. La scoperta e la protezione delle montagne sottomarine non è solo un passo verso una maggiore conoscenza del nostro mare, ma anche un contributo essenziale alla lotta contro la perdita di biodiversità. Ogni rilevazione effettuata a queste grandi profondità porterà con sé la possibilità di preservare un patrimonio naturale inestimabile, nascosto sotto la superficie dei mari italiani.