Bocciatura da parte del presidente degli USA, Joe Biden, in merito ad una possibile “rivoluzione” nel Paese: non si è fatta attendere la stoccata nei confronti della Cina
Negli USA continua la lotta a distanza che vede come protagonisti Joe Biden e Donald Trump. L’obiettivo del primo è quello di continuare a rimanere all’interno della Casa Bianca per altri quattro anni. Quello del secondo, invece, è quello di cacciare dal Pentagono proprio l’attuale numero uno del Paese (come confermato anche in una recente intervista). Il risultato finale si saprà nel mese di novembre quando si svolgeranno le elezioni negli Stati Uniti D’America.
Proprio nel Paese in questione, però, arrivano delle novità importantissime che riguarda il mondo delle auto elettriche. Se in Europa è un continuo “tira e molla” lo stesso non si può dire per l’America che ha (almeno per il momento) bocciato questa opzione. La conferma arriva dallo stesso Biden. Motivo? La Cina potrebbe spiare l’Occidente, appunto, con l’utilizzo di queste vetture. Tanto è vero che avrebbe ordinato al dipartimento del Commercio USA di aprire una indagine sui possibili rischi per la sicurezza nazionale.
USA, no alle auto elettriche: Biden punta dito contro la Cina
Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Questi veicoli connessi come smartphone con le ruote e potrebbero anche raccogliere dati sensibili dei nostri cittadini, delle nostre infrastrutture e inviarli alla Cina“. Dito puntato, quindi, contro il Paese asiatico. Tanto da accusarlo di utilizzare delle pratiche scorrette nel dominare sul settore del mercato automobilistico.
“Le politiche della Cina possono inondare il nostro mercato con i loro veicolo, costituendo un rischio per la nostra sicurezza nazionale, io non permetterò che questo succeda. Impongono delle restrizioni alle auto americane e straniere che operano in Cina. Perché questi veicoli connessi cinesi dovrebbero poter operare nel nostro Paese senza limitazioni?“.
In merito a questa nuova indagine c’è molta preoccupazione, all’interno dell’amministrazione Biden, sul rischio che Paesi come la Cina possano sfruttare le stazioni di car-sharing per raccogliere dati di intelligence. Allo stesso tempo Biden ha ribadito il proprio impegno nel difendere l’industria automobilistica americana e, di conseguenza, anche i suoi lavoratori definiti come i migliori al mondo. La riposta da parte della Cina, in seguito a questo attacco, non è ancora arrivata.