Gli Stati Uniti presentano le nuove divise per le Olimpiadi di Parigi di questa estate, ma scoppiano le critiche per il completo femminile.
Scoppia il primo grande polverone in vista delle Olimpiadi di questa estate. Nel mirino della critica ci sono le nuove divise proposte da Nike per le atlete olimpiche che rappresenteranno gli Usa ai Giochi di Parigi. Presentate questa settimana, durante un evento nella Capitale francese, dalla velocista Sha’Carri Richardson e dall’ostacolista Anna Cockrel, sui social è stato attaccato in particolar modo uno dei completi. Si tratta di un body blu e rosa destinato alle donne che, nella zona pubica, è caratterizzato da uno spacco che lo rende molto più simile a un costume da bagno.
Molteplici sono stati gli attacchi, soprattutto da parte di alcuni ex atleti che lo hanno definito sessista e irrispettoso. Una differenza netta ed evidente rispetto a quello per gli uomini, composto dai due classici pezzi: canottiera e pantaloncini. Una scelta che molti nel settore ritengono inutile, oltre che fuori luogo, volta a mostrare parti del corpo che non necessitano di essere rese ‘pubbliche’ con questa semplicità. Insomma, un flop clamoroso e che è già argomento di discussione, non solo nel mondo dello sport. Una rabbia alimentata anche dalla reazione dell’atleta paralimpica Femita Ayanbeku.
La protesta delle atlete
La medaglia di bronzo mondiale ci ha tenuto ad esprimere il proprio disappunto sottolineando come una madre di famiglia non può sottoporsi a uno scempio del genere: “Sono la madre di qualcuno, non posso proprio mostrarmi così in pubblico. Dove sono finiti i pantaloncini?“, si chiede, sperando che qualcosa possa cambiare. A seguire il suo esempio è anche l’ostacolista olimpica Queen Harrison Clay che sceglie, però, la strada dell’ironia: “La delegazione americana non può essere sponsorizzata dall’European Wax Center (catena di saloni di epilazione che offre servizi di ceretta e non solo, ndr)?“. Lecito anche il quesito dell’ostacolista canadese Sage Watson: “Almeno c’è un’atleta che ha visto il disegno del progetto in anticipo?“.
Non si è fatta attendere la risposta della Nike. Ai microfoni del New York Times, il Chief Innovation Officer, John Hoke, ha voluto replicare alle polemiche scatenate dalla divisa. Questo ha sottolineato come i due capi presentati a Parigi sono solo alcuni dei tantissimi che saranno a disposizione degli sportivi impegnati nei Giochi Olimpici: “Ci sono quasi cinquanta pezzi unici per uomo e donna e una dozzina di stili da competizione adattati alle discipline specifiche“. Non mancherà dunque la libertà di scelta per ogni atleta. Come mostrato dalla già citata Sha’Carri Richardson durante la presentazione, infatti, anche le donne avranno la possibilità di optare per i due pezzi.