USA, la provocazione di Trump: “Perseguitato come Navalny”

L’ex presidente degli USA, Donald Trump, provoca: “Io perseguitato come Alexei Navalny”

Non si tratterebbe affatto della prima volta che rivela una frase del genere. Anche perché, già in passato, aveva fatto questo esempio. Tanto è vero che sono scaturite non poche polemiche in merito. Protagonista, ancora una volta, Donald Trump. Continua la sua campagna in vista delle prossime elezioni di novembre negli USA dove spera di poter ritornare nuovamente nella Casa Bianca e battere l’attuale numero uno, Joe Biden.

La provocazione su Navalny
L’ex presidente americano, Donald Trump (Ansa Foto) Cityrumors.it

Il noto imprenditore, ancora una volta, si è paragonato ad Alexei Navalny, ovvero l’attivista russo venuto a mancare all’età di 47 anni in un carcere siberiano. In che modo si è paragonato? Come un perseguitato politico. Lo ha ribadito nel corso di una intervista che ha rilasciato ai microfoni di “Fox News” in South Carolina.

USA, Trump: “Io perseguitato politicamente come Navalny”

Queste sono state alcune delle sue parole a riguardo: “Sta accadendo anche nel nostro Paese. Ci stiamo trasformando in un Paese comunista in molti sensi. E se guardate a questo, io sono il candidato principale. E vengo incriminato. Navalny è stato una persona molto coraggiosa perché è tornato indietro. Avrebbe potuto stare lontano. E, francamente, probabilmente sarebbe stato molto meglio stare lontano e parlare dall’esterno del Paese invece di rientrare“.

La provocazione su Navalny
Un manifesto in onore di Alexei Navalny (Ansa Foto) Cityrumors.it

Direttamente da un comizio in quel di Greenville ha continuato dicendo: “È una cosa orribile, ma sta accadendo anche nel nostro Paese. Sono stato incriminato ben quattro volte. Tutto a causa del fatto che sono in politica, per cose ridicole“. Un paragone, il suo, che non è piaciuto molto agli utenti dei social network che lo hanno aspramente criticato.

Sempre nel corso dell’intervista Trump ha esteso, appunto, il suo paragone con la vicenda dell’attivista russo morto alla sua condanna in un processo per frode fiscale. Proprio pochi giorni fa un giudice di New York lo ha condannato (insieme agli altri suoi due figli Don Jr, ed Eric) a pagare una somma che si avvicina ai 355 milioni di dollari. Motivo? Aveva mentito sulla sua scoperta per anni. Su questo ha concluso dicendo: “È una forma di Navalny. Una forma di comunismo, di fascismo“.

Gestione cookie