Vaccini contro il Covid, in arrivo non pochi guai per AstraZeneca: la decisione del tribunale ora è ufficiale
Una decisione che è stata presa esattamente due giorni fa, precisamente mercoledì 10 aprile, ma che sta facendo discutere un intero Paese e non solo. Nel mirino c’è finita l’azienda AstraZeneca, diventata famosa nel periodo del Covid per aver fornito milioni di vaccini per cercare di contrastare il virus. Ci troviamo in Germania, precisamente a Bamberg, dove la Corte regionale superiore della città ha obbligato la società a fornire tutti i dettagli in merito agli effetti collaterali che provoca, appunto, il vaccino.
A fare causa ci ha pensato una donna inglese che ha deciso di puntare il dito contro la Big Pharma inglese. Una vicenda che, nel giro di pochissimo tempo, si è diffusa rapidamente nel Paese tedesco (tanto da essere ripresa dai più importanti quotidiani locali). Anche se, in merito a questa notizia, pare che il titolo di AstraZeneca non ne ha molto risentito. Proprio in quella giornata, infatti, le azioni hanno chiuso in rialzo dello 0,2%. Il giorno dopo, giovedì 11 aprile, hanno guadagnato il 2%.
Vaccino Covid, AstraZeneca deve rivelare dati su effetti collaterali
Nell’ultimo anno, invece, la performance del titolo ha avuto un calo di quasi il 7%. Cosa è successo alla donna? Si tratta di una 33enne dell’Alta Franconia che, nel marzo del 2021, aveva ricevuto il vaccino Vaxzevria. Pochi giorni più tardi la donna ha sviluppato una forma rarissima di trombosi (non è altro che un gravissimo coagulo di sangue) all’intestino. Tanto è vero che non ha avuto altri rimedi se non quello di sottoporsi ad un intervento chirurgico.
Ed è per questo motivo che la 33enne ha deciso di citare in giudizio la nota casa farmaceutica. Tanto da chiedere un risarcimento importante: una cifra di 250mila euro per via del dolore che il vaccino le aveva procurato. Non solo: anche 17mila euro per il mancato guadagno di quel periodo visto che è stata costretta a non potersi recare al lavoro ed altri 600mila euro per tutti i problemi che, appunto, la malattia le aveva procurato.
Anche perché questa operazione le aveva procurato l’asportazione di una parte dell’intestino. Quasi un milione di euro. Dopo aver valutato tutte le carte possibili, in merito a questa vicenda, il tribunale ha chiesto alla società di rivelare tutti i dati relativi alle trombosi che sono state causate dal vaccino in questione: ovvero quelle che riguardano dall’approvazione del siero nel dicembre del 2020 fino ad arrivare al febbraio di quest’anno.