Macron riunisce i leader europei a Parigi per discutere il futuro del sostegno a Kiev. Il presidente francese accusa Mosca.
La crisi ucraina è ancora al centro della politica europea e internazionale. Con il conflitto che non accenna a concludersi, il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato a Parigi un incontro ristretto, il cosiddetto Vertice dei Volenterosi, per discutere del futuro del sostegno militare e politico a Kiev. L’obiettivo? Coordinare una risposta più efficace alla guerra in corso.

Presenti al tavolo alcuni dei principali leader europei, tra cui il cancelliere tedesco Olaf Scholz, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il primo ministro italiano Giorgia Meloni. Tuttavia, non tutti gli alleati hanno risposto all’invito. L’assenza più significativa è quella degli Stati Uniti, che con Joe Biden mantengono un sostegno fermo all’Ucraina ma non intendono modificare la loro strategia senza il consenso del Congresso. L’incontro si svolge in un momento delicato: la pressione russa aumenta, le sanzioni non sembrano piegare il Cremlino e la resistenza ucraina ha bisogno di nuovo slancio.
Macron: “La Russia fa finta di negoziare”. Divergenze sulle truppe, ma compattezza sulle sanzioni
“La Russia fa solo finta di negoziare”, ha dichiarato Emmanuel Macron al termine del vertice, ribadendo che Vladimir Putin non ha alcuna reale intenzione di trovare una soluzione diplomatica. Il presidente francese ha denunciato l’atteggiamento ambiguo del Cremlino, che da un lato parla di possibili trattative, dall’altro continua a intensificare gli attacchi sul territorio ucraino.
Tra i leader europei è stata ribadita con fermezza la volontà di non revocare le sanzioni a Mosca. L’Unione Europea continuerà a mantenere le restrizioni economiche, convinta che l’isolamento finanziario e commerciale della Russia sia uno strumento essenziale per indebolire lo sforzo bellico di Putin.

Più complessa, invece, la questione dell’invio di truppe sul campo. Macron ha lanciato l’ipotesi di una presenza europea più strutturata in Ucraina, ma su questo punto l’unanimità manca. Alcuni Paesi, come Polonia e Stati baltici, sono favorevoli a un impegno militare più diretto per contrastare l’espansione russa. Altri, come Germania e Italia, mantengono una posizione più prudente, temendo un’escalation che potrebbe coinvolgere direttamente la NATO.
L’Europa, dunque, si muove compatta sulle sanzioni, ma resta divisa sulla questione dell’intervento diretto. Il Vertice dei Volenterosi ha mostrato una volontà comune di non lasciare sola Kiev, ma il dibattito su come farlo resta aperto.