Assisteva a domicilio vantando conoscenze in ambito sanitario, ma è stata arrestata. Avrebbe somministrato volontariamente troppi farmaci
Il suo curriculum era ampio e vario e, sebbene rivelasse un passato da commessa e comunque nell’ambito del commercio, elencava anche grandi conoscenze e competenze in ambito socio-sanitario. Per questo veniva chiamata a domicilio da diverse famiglie, che gli affidavano soprattutto i loro parenti anziani bisognosi di cure: nelle ultime ore, però, la falsa operatrice di 46 anni è stata arrestata con l’accusa della morte di un’anziana e del tentato omicidio di altre quattro persone, tutte residenti a Vicenza.
Negli ultimi mesi, la 46enne si era presa cura di diversi anziani presso il loro domicilio e, secondo le accuse, avrebbe consapevolmente somministrato loro delle terapie, a volte neanche prescritte dai medici, in quantità decisamente superiori a quelle indicate dagli specialisti o dai foglietti illustrativi. Ecco però la vicenda nel dettaglio, dal primo sospetto fino all’arresto.
Tutto ha inizio nel marzo 2024 quando, in riferimento alla morte di un’anziana residente a Breganze in provincia di Vicenza, è stata presentata una denuncia presso i Carabinieri nella quale si segnalavano circostanze anomale di decesso. Nel frattempo, altri due pensionati assistiti sempre dalla falsa operatrice 46enne sono rapidamente peggiorati in riferimento alla loro salute e questo ha fatto scattare il sospetto degli inquirenti, che hanno iniziato a concentrarsi sulla donna e sul suo operato.
Gli agenti, quindi, hanno scoperto che la donna aveva reperito tutti i suoi pazienti su un gruppo Facebook nel quale le famiglie degli anziani cercavano figure professionali qualificate per l’assistenza domestica dei propri parenti. Sfruttando tale urgenza e necessità, quindi, la falsa operatrice si proponeva e otteneva il lavoro, pur non avendone probabilmente né le competenze, né i requisiti.
Le indagini hanno rivelato che gli anziani assistiti dalla donna, nessuno escluso e pur avendo tra di loro patologie diverse, hanno dovuto tutti fare ricorso ai sanitari in via d’urgenza: i sintomi riferiti dalla totalità erano quelli di torpore, stordimento e difficoltà a reggersi in piedi, sensazioni mai riferite prima di quel momento e in molti casi non direttamente correlate alla patologia di cui soffrivano o alla loro condizione. Inoltre, la 46enne avrebbe anche rapinato una propria paziente, prima stordendola con una dose importante di benzodiazepine e poi sottraendole tutto l’oro che aveva in casa, per poi rivenderlo ad un compro oro per un totale di 3mila euro.
In riferimento alle benzodiazepine, le indagini hanno comprovato che la donna stessa è un assidua consumatrice di questi farmaci e che, nel corso del tempo, è riuscita ad accedere a questi farmaci in grandi quantità. Questo le è costato anche l’ulteriore accusa di spaccio di medicinali contenenti benzodiazepine, poiché talvolta le ha anche destinate a terzi. L’accusa, quindi, è pesante e parla di un omicidio, un tentato omicidio, furto e riciclaggio e spaccio di sostanze medicinali: l’attività, per di più, si sarebbe protratta per diversi anni.
Tra conferme e tagli, ecco come cambiano le agevolazioni per la casa: addio a caldaie…
Un meteo sempre più incerto e indecifrabile, che regalerà degli effetti davvero molto particolari nel…
Immagini e frame che stanno facendo discutere parecchio anche perché ci sono leader di partiti…
Merano e i suoi dintorni si trasformano in inverno in una meta ideale per una…
La guerra del futuro è già adesso: pronta una nuova arma laser che può colpire…
Non c'era un rapporto tormentato alla base dei tanti matrimoni (e divorzi) che hanno visto…