Umiliata su Pornhub dopo essere stata lasciata: un caso di “revenge porn” che fa rabbrividire
Una storia che fa rabbrividire, un atto di vendetta meschina e crudele, che si è consumato direttamente sulla celebre piattaforma pornografica Pornhub. Il protagonista (in negativo) è un trentenne di Steenokkerzeel, nella periferia di Bruxelles. È stato accusato di aver spiato la sua ex compagna e di aver pubblicato foto e video espliciti per umiliarla pubblicamente.
Il caso di “revenge porn” arriva dal Belgio e che dimostra per l’ennesima volta quanto la violenza possa assumere forme sempre più subdole e devastanti, soprattutto nell’era digitale. La vittima aveva conosciuto il suo aguzzino sul posto di lavoro qualche anno fa. Una relazione che, col tempo, si era deteriorata, tra tensioni e litigi sempre più frequenti.
Nel 2019, secondo quanto riferito dalla donna, erano comparse anche le prime violenze fisiche, tanto da spingerla, l’anno successivo, a porre fine alla relazione per la propria incolumità. Ma l’uomo non aveva accettato la fine della storia. Così, ha iniziato a perseguitarla con visite a sorpresa e continue richieste di “sostegno”, trasformandosi ben presto in uno stalker.
La sua ossessione non si era fermata alle molestie. L’uomo, un professionista informatico, aveva compiuto un passo ancora più grave, installando da remoto un software spia sullo smartphone della sua ex, per controllarne i movimenti e la vita privata. Un vero e proprio atto di violazione della privacy, che anticipava la sua “operazione” di vendetta.
Terribile atto di “revenge porn”
Questa, purtroppo, si è concretizzata nel modo più umiliante e crudele. Dopo aver creato un account falso a nome della sua ex su Pornhub, una piattaforma con milioni di visitatori al mese, ci ha pubblicato foto di lei nuda, oltre a diversi video di natura sessuale. Il tutto rivelando il suo nome completo, il suo luogo di residenza e persino il nome del suo datore di lavoro.
Un’esposizione pubblica della sua intimità che ha avuto conseguenze devastanti sulla vita della donna. La vittima ha scoperto il tutto per caso, interrogata da un utente che aveva visto i contenuti online. A quel punto ha immediatamente sporto denuncia, ma il danno era ormai fatto.
Il profilo è stato cancellato poco dopo, ma le foto e i video avevano già raggiunto centinaia di visualizzazioni. E, soprattutto, le tracce imbarazzanti sono rimaste sul web, facilmente reperibili con una semplice ricerca su Google. “Come uomo, non posso che provare un profondo senso di vergogna nei confronti di chi sottopone le donne a questo tipo di trattamento e le considera come oggetti“, ha dichiarato l’avvocato della vittima, Me Rik Vanreusel.
Lo scorso dicembre, l’accusa ha chiesto una pena detentiva sospesa di 24 mesi, oltre a un ordine di allontanamento e il divieto di contattare la vittima. L’uomo si è dichiarato colpevole, esprimendo “rammarico” per il suo gesto. La sua difesa ha anche chiesto la revoca della libertà vigilata per “buona condotta”. I tribunali non si sono ancora pronunciati in merito.