Una particolare, ma molto significativa, iniziativa del Corpo di Polizia locale Terre Estensi in solidarietà alle vittime di maltrattamenti e abusi
In questo particolare momento in cui il fenomeno della violenza verso le donne è particolarmente acuto e vivo, il recente caso dell’omicidio di Giulia Cecchettin è lì a testimoniare quanto ci sia ancora da fare per educare le coscienze di alcuni uomini. si registra la lodevole iniziativa del corpo di Polizia locale di Ferrara. Una fotografia infatti ritrae alcune vigilesse e la Commissario Capo in divisa d’ordinanza, ma con delle scarpette rosse ai piedi.
Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere e le scarpe rosse, con il loro forte potere evocativo, rappresentano la battaglia contro i maltrattamenti e i femminicidi in diversi paesi del mondo.
La triste storia dell’uccisione di Giulia Cecchettin da parte dell’ex fidanzato Filippo Turetta è solo l’ultimo tragico episodio di violenza contro una donna che la cronaca ha portato alla ribalta. Cronaca che quotidianamente registra purtroppo episodi vari di maltrattamenti e soprusi contro le donne. C’è sempre un modo per provare a sensibilizzare l’opinione pubblica contro una vera e propria barbarie che viene perpetrata nei loro confronti e le vigilesse della Polizia locale del comune di Ferrara ne ha scelto uno molto particolare, ma di forte impatto. Tutte le vigilesse indossano delle scarpe rosse, simbolo della lotta alla violenza di genere. A diffondere l’iniziativa il Comune di Ferrara con uno scatto del Commissario Capo Daniele Romagnoli. “In questo particolare momento in cui il fenomeno pare particolarmente acuito, il Corpo di Polizia locale Terre Estensi vuole essere vicino alle donne vittime di questi crimini. L’immagine è il ritratto di colleghe, c’è pure la mia Vicecomandante, che si sono gentilmente prestate a tale gesto, indossando tutte un paio di scarpe rosse. Ringrazio di cuore per la sensibilità e la disponibilità manifestata”, commenta su Facebook il comandante Claudio Raimondi.
Sono oltre cento da inizio anno, le donne rimaste vittime della violenza degli uomini ed è sconvolgente apprendere che l’80% di questi omicidi si è consumato in ambito familiare e affettivo, e la metà delle donne sono state uccise dai loro compagni o ex. La storia delle scarpe rosse inizia in Messico, a Ciudad Juárez, città tristemente nota per il numero sconcertante dei femminicidi avvenuti negli ultimi vent’anni. Il 22 agosto 2009, l’artista messicana Elina Chauvet posizionò in una piazza della città Ciudad Juàrez 33 paia di scarpe femminili, tutte rosse, il colore del sangue, proprio per ricordare le donne vittime di violenza. La simbologia della scarpa rossa fu immediatamente adottata anche in altre zone del paese e arrivò in un attimo a superare i confini nazionali. L’opera simbolica venne replicata in Argentina, in Ecuador, in Brasile, in Perù, negli Stati Uniti, in Canada, e attraversò l’Oceano arrivando in diversi paesi d’Europa, tra cui l’Italia.
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