Violenze sugli insegnanti, Rusconi (Anp Lazio): “Le scuole hanno bisogno di un aiuto”

In esclusiva a Cityrumors.it, Stefano Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio: “Aspettiamo un aiuto concreto. Mai abbassare la guardia”

“Non ho colpito con l’intenzione di ucciderla, mi dispiace per quello che ho fatto e spero che si possa riprendere al più presto: ho agito perché ero sotto stress, da tempo mi sentivo sotto pressione per problemi legati alla scuola e non riesco neanche io a darmi una spiegazione”. Lo studente dell’Enaip di Varese di 17 anni, accusato di tentato omicidio per aver accoltellato una sua docente, lunedì scorso, nell’atrio dell’istituto, ha risposto così alle domande del gip del Tribunale dei minori di Milano che ha convalidato l’arresto. La sua situazione sarà giudicata nei prossimi giorni. Ma al di là dell’aspetto processuale, a preoccupare insegnanti e responsabili degli istituti scolastici, è la frequenza con la quale si stanno verificando questi atti di violenza.

Le aggressioni nelle scuole italiane continuano. I casi aumentano in modo significativo – Cityrumors.it

“Servono leggi che colpiscano i responsabili di questi atti, per arginarli in maniera repressiva, e un grande lavoro sulla prevenzione”. In esclusiva ai microfoni di Cityrumors.it, il presidente Anp (Associazione Nazionale Presidi) Lazio Mario Rusconi, prova a spiegare l’evoluzione di una situazione che sta diventando sempre più delicata: “E’ fondamentale dotare le scuole di una serie di equipe che possano formare anche i professori”.

Dottor Rusconi, i professori e i presidi sembrano essere in difficoltà. Le recenti aggressioni subite dal personale scolastico, dimostrano come esistano delle problematiche evidenti. Come state vivendo questa emergenza?
“Gli episodi ci sono, a volte si parla di bullismo, ma quanto abbiamo letto negli ultimi giorni, non deve essere catalogato semplicemente come bullismo. Si tratta di episodi che si possono  tranquillamente accostare a violenze e atti criminali. Facendo un ragionamento di parte, posso dire che questi casi al momento riguardano prevalentemente alcune regioni. Ma tutti, siamo chiamati a non abbassare la guardia”.

C’è la sensazione che la situazione stia prendendo una deriva preoccupante?
“Dobbiamo partire da un presupposto, che spesso dimentichiamo. Di casi ce ne sono, ma bisogna sempre metterli in risalto con il giusto metro di giudizio. E dargli il giusto peso. Gli studenti in Italia sono 7 milioni e ottocentomila. Se calcoliamo l’incidenza delle persone, dal punto di vista statistico, i casi risultano molto bassi. Questo non vuol dire che il nostro mondo sia un’isola felice rispetto alle altre situazioni: anche noi abbiamo i nostri problemi”.

Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio, ai nostri microfoni – Cityrumors.it

Come rappresentanti del mondo scolastico, cosa attendete dalle istituzioni?
“Attendiamo che arrivino risposte importanti. In Parlamento si sta discutendo da tempo su un disegno di legge che contempla delle sanzioni importanti, per tutti i responsabili di atti di violenze. E’ arrivato il momento di avere delle risposte in questo senso. Ci aspettiamo un intervento importante, che contempli un aggravamento delle sanzioni per chi si rende protagonista di atti di violenza. E’ un modo per arginare in maniera repressiva certi atteggiamenti” .

Basta solo questo?
“Assolutamente no. La repressione, di per se non basta. Ci vuole la prevenzione. Una prevenzione che, sarebbe auspicabile, dovrebbe partire dalle famiglie. Ma se questo non dovesse avvenire, è la scuola che deve attrezzarsi. Avere a disposizione un’equipe psicopedagogica nelle scuole sarebbe fondamentale .Ora non c’è, anzi, è più giusto dire che è stata eliminata da qualche anno. Ora è stata in parte ripristinata, con il tutor per gli studenti, ma riguarda semplicemente il triennio delle superiori. Deve esserci, da parte della politica una presa di coscienza importante della situazione e un’attenzione verso tutte le misure che rendono tutti gli insegnanti e le scuole in grado di incidere sul comportamento degli studenti”.

Avete fatto delle richieste specifiche al Governo?
“Sono anni che chiediamo che a livello regionale venga fatta una scelta importante. Parlo di valutazioni regionali perchè molto spesso la gestione di determinate risorse è legata alle singole regioni. Sono loro che possono destinare una parte del bilancio ad un elemento che personalmente ritengo fondamentale: parliamo dello strumento psico pedagogico che ricopre un ruolo fondamentale per i professori. Un’insegnante di italiano, di matematica, o di scienze generalmente non ha una preparazione specifica sulla psicologia adolescenziale o sulla psicopatologia dei giovani. Avere uno strumento fatto di specifiche professionalità sarebbe fondamentale. Lo stiamo chiedendo da almeno venti anni. Ora fortunatamente qualche piccolo passo avanti è stato fatto”.

In che termini?
“Attraverso la figura del tutor. Ma non basta. E’ semplicemente un primo approccio. L’equipe psico pedagogica deve diventare un fattore a disposizione di un certo gruppo di scuole. Deve essere un punto di riferimento a cui attingere. Mi rendo conto che garantirlo in tutte le 8000 scuole italiane non è semplice, ma allo stesso tempo non possiamo neanche pensare che gli strumenti attuali possano bastare. Pensate alle Asl ad esempio: da sole non possono farcela a supportare le richieste delle scuole con i loro supporti in chiave pedagogica e psicologica.

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