Un anno di reclusione e una pena pesantissima per un possesso illecito e numeroso di animali in condizioni di salute drastiche
Quello dell’accumulatore seriale è un disturbo che – a vari livelli – possiedono milioni di persone. Tutto ciò che comprano, ricevono od ottengono in qualsiasi modo lo tengono in casa, senza mai rinunciarvi. Tra questi vi è una parte che soffre di problemi simili, ma che invece di riflettersi su oggetti inanimati, si concentra sugli animali. Questa viene chiamata la ‘sindrome di Noè‘, con chiaro riferimento al patriarca biblico. Si tratta di una condizione mentale che consiste nell’accumulo di animali e quindi dal bisogno di tenerne un numero maggiore del normale senza, potersene prendere cura di loro adeguatamente.
Anche qui vi sono casi in cui questi sintomi raggiungono stadi incontrollabili e insostenibili, costringendo le autorità a intervenire. È il caso di una coppia francese che viveva con l’incredibile cifra di 159 gatti e 7 cani. Una quantità a dir poco eccessiva, soprattutto considerando la misura di circa 80 metri quadri della abitazione in cui vivono i due. Con spazi limitati e senza sufficienti mezzi per vivere in modo salutare, le loro condizioni lasciavano molto a desiderare. Per questo motivo in seguito a un controllo nel 2023, la polizia ha deciso di sequestrare loro gli animali.
Ai media locali le autorità hanno descritto una situazione tragica. Dozzine di questi erano disidratati e malnutriti, ricoperti di parassiti e ferite sulla pelle, chiusi nelle stanze dell’appartamento. “Erano gli amori della mia vita, ma le cose mi sono sfuggite di mano” ha detto la donna in seguito alla sentenza emessa dal tribunale di Nizza. Questi sono stati condannati a un anno di reclusione con sospensione della pena e al divieto permanente di tenere animali domestici, oltre all’obbligo di versare oltre 150.000 euro di risarcimento alle organizzazioni animaliste. Un verdetto severo, ma perfettamente in linea con le sofferenze alle quali sono stati costrette a sopravvivere le “povere bestie”.
La corte giudiziaria, scrive hln.be, ha infatti preso in considerazione non solo il possesso oltre ogni limite, ma lo stato di salute di ognuno. Questo caso, che presto ha fatto il giro della Francia e del mondo, è stato poi approfondito anche da alcuni studi psichiatrici, arrivati tutti alla conclusione di una sindrome – quella sopra citata – che colpisce chi ha una particolare passione per cani e gatti in particolar modo, al punto da diventare incontrollabile. Una situazione molto più estesa e pericolosa di quelle che una volta venivano definite le ‘gattare’, ovvero persone che dedicavano parte del proprio tempo all’assistenza dei gatti randagi.
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