Il Papa chiede all’Ucraina di valutare una possibile resa. Zelensky e i ministri ribattono sdegnati. E lanciano una nuova missiva: “Ecco dove attaccheremo”
Non si placano le polemiche successive alle parole di Papa Francesco, che aveva parlato apertamente di “necessità di negoziare, prima che la situazione peggiori”. Il messaggio del Santo Padre era chiaramente rivolto a Kiev, che nelle ultime settimane ha lamentato perdite territoriali e di uomini, nel conflitto con la Russia. Bergoglio ha lanciato un messaggio chiaro: “Negoziare è una parola coraggiosa. Se vedete che siete sconfitti, che non funziona, abbiate il coraggio di negoziare”, ha dichiarato. Il papa ha aggiunto che sono in molti a voler assumere il ruolo di mediatori, come la Turchia. “Non vergognatevi di negoziare prima che la situazione peggiori”.
Un messaggio respinto con forza e con sdegno da Zelensky e l’Ucraina: Il presidente ucraino (pur non nominando mai Papa Francesco) ha ribadito: “Ci sostengono con la preghiera, con i discorsi e con i fatti. Questa è davvero una Chiesa con il popolo”, ha dichiarato. “Non quella che sta da qualche parte, a 2.500 km di distanza, e promuove una mediazione virtuale tra qualcuno che vuole vivere e qualcuno che lo vuole distruggere”. Poi, ancora: “Quando il male russo ha iniziato questa guerra il 24 febbraio, tutti gli ucraini si sono alzati in piedi per difendersi. Cristiani, musulmani, ebrei, tutti”, ha detto Zelensky. Ha ringraziato tutti i religiosi ucraini che sono attivi nell’esercito. “Erano in prima fila, proteggevano la vita e l’umanità, sostenevano con preghiere, conversazioni e azioni. Ecco cos’è la Chiesa: con la gente”.
L’Ucraina risponde al Papa: “La nostra bandiera non è bianca, ma gialla e blu”
Parole condivise dal ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che ha allontanato la richiesta di alzare bandiera bianca. “La nostra bandiera è gialla e blu. Questa è la bandiera per la quale viviamo, moriamo e trionfiamo. Non alzeremo mai più un’altra bandiera”, ha scritto sui social . Le parole di Francesco erano state chiare: il pontefice era intervenuto in una televisione svizzera ed aveva ribadito il suo concetto sull’Ucraina. Il Pontefice, probabilmente alla luce delle ultime fasi del conflitto, aveva lanciato un messaggio forte, parlando di negoziati e di “bandiera bianca”.
Ma le dichiarazioni di Bergoglio non sono piaciute a Zelensky e a tutta l’Ucraina. L’esercito di Kiev, che nelle ultime settimane aveva protestato nei confronti degli alleati, lamentando il ritardo negli aiuti e la mancanza di uomini, ha cercato di mandare un messaggio chiaro. Alle richieste di resa da parte del Papa, l’Ucraina ha tentato di ribattere attraverso la voglia di proseguire il conflitto, dando un segnale forte. Nessuna resa, anzi… L’Ucraina guarda avanti e lancia un messaggio alla Russia. Il capo dell’intelligence militare ucraina – Kyrylo Budanov – ha dichiarato in un’intervista che in Crimea è in preparazione una “seria operazione”. Tra le altre cose, si sta esaminando il modo migliore per avvicinarsi alla penisola occupata dalla Russia e il modo migliore per far uscire di nuovo gli uomini.
L’Ucraina rilancia: “Attaccheremo in Crimea”
Nessuna resa nel conflitto con la Russia: l’Ucraina vuole mandare un messaggio chiaro ai rivali e al mondo intero. L’idea di rilanciare sulla Crimea, viene letta come la volontà di rilanciarsi. Budanov ha elencato i tanti successi della flotta ucraina: in particolar modo quelli ottenuti attraverso una serie di attacchi attraverso droni e missili, che negli ultimi mesi hanno distrutto diverse navi da guerra e sottomarini russi nel Mar Nero. Secondo Budanov, è anche un segnale per il popolo della Crimea, che vive sotto l’occupazione russa ormai da dieci anni. “Molti pensano che li abbiamo dimenticati e li stiamo abbandonando al loro destino”, ha detto il capo militare di Zelensky. “Non è così.”. Due settimane fa, Budanov ha anche affermato che l’Ucraina aveva in serbo “nuove sorprese” per gli occupanti russi. “Non consiglierei ai civili di usare il ponte di Crimea”, ha insinuato