Il suo è stato uno stile inarrivabile, particolare e misterioso allo stesso tempo, tanto da aver cambiato parecchio modo di fare film per il cinema
Stavolta è morto per davvero, non è una notizia falsa ma vera. Purtroppo non è come nel maggio del 2017 quando venne diffusa per errore la notizia della scomparsa di David Lynch, succede nel mondo dello spettacolo, ma quella volta, e parliamo di sette anni fa, era una grande fake. Una notizia che lo fece scompisciare dalle risate, tanto da voler organizzare un po’ per sdrammatizzare e un po’ per prendere in giro il suo funerale.
Perfino tabloid importanti uscirono con questa notizia che venne smentita non subito ma dopo qualche ora, poi qualche anno più tardi dal 2017 si venne a sapere che fu proprio lui a non voler smentire perché, in qualche modo si stava divertendo e voleva gustarsi fino alla fine quella terribile falsa notizia.
Stavolta, però, nessuno scherzo, nessuna fake news, è tutto è vero, David Lynch, il regista più visionario di questi ultimi trenta-quarant’anni non c’è più. A diffondere la tragica notizia la famiglia con un post su Facebook: “C’è un grande vuoto nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come avrebbe detto, guardate la ciambella e non il buco”.
Il famoso regista aveva 78 anni, era nato a Missuola, nel Montana, nel 1946 e proprio all’inizio dell’anno appena passato aveva confessato di avere una grave forma di enfisema che gli avrebbe impedito di lasciare la propria abitazione e di dirigere ancora film.
David Lynch aveva un modo di fare cinema e film tutto suo, innovativo e particolare, uno stile e un modo di esaltare il linguaggio che ha cambiato anzi, rivoluzionato il linguaggio del cinema e della televisione. La serie più famosa, il cui eco arriva ancora oggi, è Twin Peaks, mentre il film più celebrato e osannato Velluto blu.
Fu assunto dalla società di produzione di Mel Brooks per scrivere e dirigere The Elephant Man, un dramma profondamente toccante su un fenomeno da baraccone orribilmente deforme nell’Inghilterra vittoriana che divenne una celebrità nazionale. Il lungometraggio ottenne otto nomination agli Oscar, tra cui la prima di Lynch come miglior regista.
Ottenne meno successo con il suo adattamento del 1984 del romanzo di fantascienza tentacolare di Frank Herbert Dune. La produzione, realizzata con un budget di 40 milioni di dollari spesi durante tre anni di complicate riprese, fu un colossale flop al botteghino.
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