Amadeus si rialza e conquista il pubblico del Nove con “La Corrida”. La sua versione, fedele a quella di Corrado, raggiunge il 6% di Share.
Amadeus ritrova sè stesso e gli ascolti. La nuova versione de “La Corrida” non è altro che un adattamento al format originale di Corrado. L’esperimento piace proprio perchè non stravolge i diktat del format primario. Il ruolo del conduttore, proprio come Corrado Mantoni imponeva, è sobrio e mai invadente.
Accompagna i dilettanti allo sbaraglio – come recita il claim della celebre trasmissione che agli albori era ascoltabile in radio poi è passata in tv – nelle esibizioni senza intromettersi o sbeffeggiarli. Le risate sono assicurate, ma non c’è mai occasione per lo sberleffo. Si ride insieme, non di qualcuno. E questo – nell’epoca della strafottenza da social – è già molto e parzialmente contro corrente. Ci sono i soliti personaggi iconici: l’uomo che fa il verso degli animali in maniera spontanea e non sempre fedele alla realtà, il Freddie Mercury di paese che si ritrova a cantare Ramazzotti. Persino un dipendente della fabbrica che canta lirica come se fosse uno de “I tre tenori”. “La Corrida” è questo: un mix di risate, emozioni e divertimento.
La prima puntata è apparsa leggermente imballata, ma l’effetto nostalgia – all’esordio – sembra funzionare. Il programma raggiunge il 6% di Share. Al Nove è un risultato importante, basti pensare che Crozza per raggiungere gli stessi numeri – a parità di emittente – ha impiegato anni di fidelizzazione con imitazioni e monologhi di qualità.
Amadeus, con questo programma, si è preso una rivincita non da poco. Il flop di ascolti con la versione restaurata de “I soliti ignoti” è stata un’etichetta difficile da togliere, dato anche il passato glorioso – per numeri e contenuti – in Rai. “La Corrida” si Ama, in tutti i sensi. Questo vuol dire, forse, aver trovato la cifra giusta per il conduttore che si è reinventato altrove, dopo la florida carriera in Viale Mazzini, puntando sull’usato sicuro in quella che –sotto certi aspetti di palinsesto – era una landa desolata.
Il Nove, infatti, dal punto di vista dell’intrattenimento sembra ancora un cantiere aperto: si affida ai guizzi di Crozza e trova spazio – oltre che consenso – da Fazio con “Che Tempo Che Fa”. Sebastiani, dal canto suo, cerca di riempire altri tasselli. Ci sta provando, con discreti risultati e non senza difficoltà, attraverso tre programmi diversi: il primo è stato il Suzuki Music Party, che l’ha visto anche Direttore Artistico oltre che conduttore al fianco di Ilenia Pastorelli, poi è arrivato “Chissà Chi è” – che sta ancora cercando di ottenere una rivincita, ma il processo di fidelizzazione è graduale – e infine c’è “La Corrida” che parte, dopo l’esordio di ieri, da un’ottima base.
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Ora Sebastiani dovrà cercare la continuità, almeno con uno di questi contenitori, i dilettanti allo sbaraglio potrebbero rappresentare una nuova comfort zone entro cui muoversi. Frassica docet, ma il celebre attore comico da Fazio rende di più. Nelle vesti di “giudice popolare” è sembrato eccessivamente compassato. Forse è solo una questione di emozione. Un esordio ha il sapore particolare per chiunque, persino per un veterano come lui.
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