Beghelli va in pensione. Il papà del Salvavita passa la mano al gruppo bergamasco Gewiss. I retroscena sugli spot con De Niro e Carol Alt.
Gian Pietro Beghelli tira le somme di una vita lavorativa. Quella che lo ha portato, con la sua impresa Beghelli, a essere un riferimento per la tecnologia e i servizi. Soprattutto rispetto all’inclusione sociale. L’energia usata con consapevolezza e l’organizzazione delle risorse come pallino imprescindibile.
Beghelli per anni è stata un riferimento a livello internazionale, ora passa di mano cercando di mantenere quei valori che l’hanno resa intramontabile. L’azienda viene acquisita, infatti, dal gruppo bergamasco Gewiss. Una scelta senza precedenti, ma obbligata dal pensionamento del proprio Patron.
Beghelli viaggerà autonomamente, mentre il suo creatore si godrà la pensione: “Devo abituarmi al tempo libero che avrò” – ha detto il celebre manager – ma non è ancora finita. L’uomo si racconta al Corriere della Sera senza filtri: comincia a parlare dei suoi inizi e di come l’ambizione di semplificare la vita alle persone (anziane e non) è arrivata nei suoi giorni a partire dall’infanzia.
“Vivevamo nel dopoguerra, con i miei genitori, in una casa molto minimal con l’energia da preservare e attraverso una lampadina dovevamo riuscire a trovare un equilibrio tra risorse a disposizione e aspettative”. La domotica o assistenza erano concetti ancora utopici, ma Gian Pietro iniziò a coltivarli.
Comincia a lavorare sin da giovane. Prima con i lavori più noti, cameriere ma anche capomensa alla Ducati Elettrotecnica, per poi arrivare a mettere su il sogno di una vita. La sua azienda che è sempre stata al fianco delle persone più fragili: “Il Salvavita è un’icona tutta italiana – spiega – prima si premeva un pulsante e i soccorsi arrivavano immediatamente. Ora è ancora più semplice: si può fare da un cellulare”.
Infatti il dispositivo ha fatto storia ed è sempre stato un riferimento per gli anziani e i loro cari. Gli spot della “nuova trovata” (che per gli anni 90 e non solo era un’avanguardia assoluta) hanno segnato importanti pagine di marketing, costume e società. Beghelli è arrivato persino in America grazie agli spot con Robert De Niro e Carol Alt: “Con loro ho ricordi bellissimi – dichiara – ricordo i sorrisi dentro e fuori dal set. Mi sono sentito grande per un attimo e ancora non lo ero del tutto”.
Infatti Beghelli è andata oltre, per utili, vendite e possibilità. Poi l’ammissione finale: “De Niro e Alt sono stati disponibilissimi, ma io ricordo con più calore gli spot realizzati insieme a Tonino Guerra. Abbiamo fatto cose bellissime”. Un velo di malinconia, in queste ultime parole, per Gian Pietro Beghelli. Ora per lui inizia un’altra vita.
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Quella del pensionato felice: consapevole di aver fatto il massimo ed essere entrato nella storia d’Italia, fra lampadine, batterie e Salvavita. La parola fine, per quanto concerne il lavoro, è sicuramente più lieta quando il proprio contributo lascia il segno. Beghelli: passato, presente e futuro dell’elettrotecnica.
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